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Visualizzazione dei post da agosto, 2014

Cosa possiamo fare con le zucche

Zucca tonda, la favorita di Oshun Oramai lo sapete che la zucca è l’oggetto magico per eccellenza di Oshun. Con questa verdura si riesce a fare di tutto, quasi come si avessimo un pentolone magico preso direttamente dal orto: - legamenti - allontanamenti - fertilità - guarigioni - avere una gravidanza sana e serena - prosperità - avvicinare il denaro - popolarità - riuscire a sposarsi - liberare i carcerati (ne parlerò nei prossimi post) Ma c’è sempre un ma… senza Oshun e senza il suo consentimento no riusciremo ad ottenere i risultati richiesti. Quindi non provate a fare niente di tutto ciò se non avete ricevuto questa divinità o almeno un integrante del vostro nucleo famigliare già ce l’ha. Sarebbe tempo perso e molto probabilmente perderete molta della vostra energia visto che Oshun è anche la divinità della disciplina, e non gradisce gli apprendisti stregoni. Ecco un semplice lavoro che si fa con la zucca per attirare il denaro. Si prende una zucca tonda e si apre un buco in a

Miele e acqua per Oshun

Oshun: miele e giallo Visto che di tempo sempre se ne trova, oggi ho pensato ad altri modi di festeggiare l'immagine di Oshun mescolando diversi numeri di perline e colori. La prima collana si basa sul metodo tradizionale, abbinamenti del cinque e i suoi multipli. La seconda invece si spinge più in la, ricorda l'acqua di montagna e della riva del mare, quella più trasparente. Da associare alle manifestazioni più giovani della dea dell'abbondanza. Oramai non c'è bisogno di pensare chi le indosserà. Ogni figlioccia che viene a salutare Oshun ne vuole una, e subito. Sarà perchè avere una è sinonimo di protagonismo? Oshun: miele, acqua e giallo

Yemayà straripante di fuoco

Collana Yemayà Questa collana di Yemayà è lunga 50 cm, magari troppo corta per un collo femminile ma non tanto da perdere la sua eleganza. Per un uomo, invece, è ottima. Sarà che preparo queste collane pensando a me e ai miei orishas... I misteri che ho utilizzato nella sua preparazione? Beh... semplice. Mi sono basato sul significato di Oddì tonti Oggundà, un segno del diloggun molto importante per i figli di Oggun, Yemayà e Inle. In poche parole, questa collana serve a controllare gli istinti più selvaggi presenti in noi, a cercare le vie diplomatiche e ben ponderate per raggiungere i nostri traguardi. E lo sappiamo come sono i figli di Yemayà: ottimi anfitrioni, cuochi e intrattenitori ma straordinariamente straripanti di fuoco e pronti a prendere le armi. Se nessuno lo vuole, lo indosserò io. Altrimenti fatemi sapere.

Celebrazione a Oshun

Altare a Oshun e la Madonna della Carità Venerdì scorso una figlioccia fece una celebrazione a Oshun e alla Madonna della Carità dopo aver ottenuto una grazia. Finora non è stata rivelata l'entità della grazia, lei ha mantenuto il riservo. Tanto cubani come italiani si sono riuniti attorno all'immagine della Madonna e l'altare alla divinità dell'abbondanza e insieme hanno ballato e cantato fino a mezzanotte. Ore Yeye oooo!!! Che Oshun continui elargendo benedizioni a chiunque si avvicini a lei chiedendo sostegno e aiuto. Oshun nel suo altare celebrativo

Come Iyansa perse il suo unico amico

Oya, padrona del Cimitero Olofin avvertì a Iyansà di fare ebò. Un male era in arrivo, ma Iyansà non obbedì. Ogun si offrì a portarla da Orunmila. Ma lei disse che non andava da nessuna parte. Il suo nemico tentò mille modi di colpirla e annientarla, ma tutti i suoi tentativi fallirono. Alla fine fu dal agnello, che era buon amico di Iyansà, gli offrì del denaro per tradirla e lui accettò. "Vieni con me Iyansà, ti conviene. É necessario che tu vada avanti e vinca suoi tuoi nemici." Iyansà si fidava di lui. Salì sul carro e mentre si spostavano lui la legava. Lei si accorse ma siccome si fidava gli lasciò fare. Era un suo amico, l’abbiamo già detto, Oyà si fidava dell’agnello. Ma poco dopo si alzò il vento ed un turbine si formò in aria, si slegarono le corde che la tenevano ferma ed in un attimo capì tutto… lui la stava tradendo. Lo maledisse, e da quel lontano momento non mangia più le sue carni. Nota: questa leggenda appartiene al corpo letterario

La collana di Vanessa

Collana di Elegba fatta oramai 7 anni fa per Vanessa. Elegba Laroye di Vanessa

Collana di Oshun per la salute

Collana di Oshun per migliorare da una malattia Chi se ne intende di orishas e santeria afro cubana, capirà perchè questa collana fatta per la dea Oshun garantirà al suo possessore un notevole miglioramento nel ambito della salute. Persino per le malattie croniche e di lunga durata. Il segreto radica nella combinazione dei colori, i numeri delle perline e la simbologia associata ai profeti del oracolo: Ofùn e Oshè. L'ho fatta pensando alla salute, ma se diamo attenzione al significato di Ofùn, questa collana porterà illuminazione anche allo spirito protettore della persona, amplificando il potere. Voi, che ne pensate?

Collana di Oshun

Collana di Oshun (e le sue maniglie) Visto che siamo in vena creativa ho preso in mano qualche perlina ed ho fatto questa collana corta, appena 50 cm, con i simboli magici della dea della abbondanza e della fertilità: Oshun. Ora non so che destino avrà, dovrò chiedere proprio a lei. Magari vuole che la indossi io oppure che la tenga in casa per qualche figlioccio che possa trarne vantaggio. E appena darò da mangiare a Oshun, la consacro come si deve. Miele, oro e cannella. Beato chi la indosserà!!!  Ore Yeye oooo!!! Nota: se vuoi una collana personalizzata puoi inviarci una mail nel form sulla barra laterale di navigazione.

Collane sacre un po' profane

Collana sacra di Yemayà Nella Santeria si indossano delle collane sacre, per proteggerci dal malocchio e dalle negatività che quotidianamente dobbiamo affrontare ma anche per distinguerci. Ogni tanto indossiamo soltanto la collana del nostro santo protettore per mostrare al mondo che ne andiamo fieri. Però ogni tanto bisogna dare un tocco creativo anche alle religioni, cambiarle per renderle più divertenti. Quindi mi sono messo con filo e perline a preparare delle nuove combinazioni, nuovi colori che nonostante siano abbinati in maniera bizzarra riescano a mostrare la forza magica della divinità che rappresentano. Bastano 50 cm di filo, esattamente la lunghezza di una catena per uomo fatta dal gioielliere. Poi le fai consacrare nella divinità oportuna e voilà sei un santero o un devoto protetto ma allo stesso tempo un po' radicale o glamour. Ne vuoi una anche tu? Collana sacra di Elegba

Le tre donne del pozzo secco

Distratto, cadde Orula in un pozzo secco che non aveva visto sulla sua strada. Passarono alcuni uomini che sentirono i suoi lamenti e commentarono: <<li dentro non ha gallo ne galline, tanto meno dell’igname, cazzi suoi!!!>> e proseguirono. Alla fine tre donne sentirono il suo canto, si avvicinarono al pozzo e videro l’uomo. Subito vollero aiutarlo. Si sono tolte le gonne e le legarono l’una all’altra dagli estremi con dei forti nodi e le buttarono giù nel pozzo. Purtroppo non erano abbastanza lunghe. Dovettero togliere anche i mantelli e legarli alle gonne, allora l’uomo poté uscire dal pozzo. Le brave donne piangevano mentre lui le ringraziava. Ad ognuna chiese il motivo del loro penare. Una di esse gli rispose: —Piango perché i miei figli muoiono. —I tuoi figli vivranno. Un’altra disse che abortiva. —Partorirai. E la terza, che non riusciva a rimanere incinta. —Presto avrai un bimbo. Nota: questa leggenda ci racconta le promesse

Oshosi: assassino per caso

Oshosi, orisha della caccia e della giustizia Oshosi non era un grande lavoratore. Consultò Orula. Sarebbe diventato re, e per fare e offrire ebò a Olofin chiese degli uccelli. Oshosi andò in cerca di Oggun e Shangò, chiese il fucile a Oggun e la polvere da sparo a Shangò. Si addentrò nella foresta e catturò gli uccelli che Orula aveva chiesto. Li portò a casa e sua madre notò che tra di loro c’era uno molto carino, lo avrebbe tenuto per se senza che Oshosi se ne accorgesse. Quando Orula controllò e vide che mancava un uccello lo disse a Oshosi. Egli prese il fucile in mano: " Yaloò yalò abeneka! Se è vero che manca un uccello che questo proiettile uccide il colpevole!>" Andò in piazza, sparò e sua madre cadde morta. nota: questa leggenda appartiene a Odì tonti Eyioko (7-2) e ci ricorda che l’orisha della giustizia non ha amici, quindi sarà sempre imparziale nei suoi giudizi. Ha ucciso sua madre per puro caso, seguendo l'etica della imparzialità.

L'acqua di Yemayà

Yemayà Ibu Okoto  Spesso raffigurata come una sirena con corona, Yemaya è considerata la dea madre dell'oceano nella Santería, la religione afro-caraibica praticata in tutto il mondo. Con radici radicate nella religione yoruba, Yemaya fu portata nel Nuovo Mondo dagli schiavi africani già nel XVI secolo. Sto parlando della religione yoruba del occidente africano, in Nigeria e parte del odierno Benin. Yoruba comprende pratiche tradizionali e concetti spirituali che si sono evoluti in un robusto sistema religioso composto da delle divinità chiamate Orisha che rispondono ad un unico creatore chiamato Oloddumare. Come una dei figli maggiori di Olodumare, l'Essere Supremo o Creatore dell'Universo, Yemaya è una degli Orisha o "semidei" più ampiamente venerati associati a diversi elementi o forze della natura. Secondo la tradizione orale, gli attributi, le manifestazioni e le storie sull'origine di Yemaya possono variare a seconda di dove ti trovi nel mondo (in pa

La figlia scomparsa di Obatalà

Obatalà aveva una figlia che vestiva di bianco, era vivace e molto curiosa. Decise che non l’avrebbe fatto uscire di casa, per paura che combinassi dei guai. Un giorno Obatalà uscì a fare delle compere. La bambina non avrebbe approfittato? Appena il padre si fu allontanato aprì la porta e uscì a scoprire cosa c’era in paese. Camminò e camminò e anche i campi volle guardare ma all’ora di tornare perse la strada e non tornò mai più. Obatalà vide la casa vuota e la tristezza e la disperazione presero il sopravvento. I domestici uscirono a cercare la bambina. Intanto lei vide una miniera di carbone. Tanti uomini che vi lavoravano cominciarono a uscire, erano sporchi di nero. Mentre passavano al suo fianco la coprirono con della polvere nera, e divenne nera. La bambina vide arrivare i domestici ma siccome lei voleva guardare cosa c’era dentro la miniera non disse niente. Loro non la riconobbero. La bambina si addentrò nell'oscurità e cadde dentro a un buco da dove non us

La disputa dei pescatori

Pescatore del Benin Povero e senza cibo da mangiare, Oggundà fu a pescare nel laghetto di un uomo. C’era anche un altro pescatore senza permesso che buttava in acqua da ore la rete da pesca ma purtroppo non riusciva catturare alcun pesce.  Oggundà buttò l’amo in acqua e dopo qualche istante un pesce enorme tirava la lenza. Lo tirò fuori e felice si compiaceva della fortuna avuta. L’altro pescatore, preso dall’invidia, si avvicinò a Oggundà per reclamare il suo diritto sul pesce. Doveva consegnarglielo. Erano ore che buttava dell’esca, quindi era stato grazie al suo sforzo che lui l’aveva attirato. —Quel pesce è mio —disse il pescatore con la rete. —Ma io l’ho catturato col mio amo —rispose Oggundà. Non arrivavano ad un accordo. In quel momento arrivò il proprietario del laghetto. —Il pesce è mio, visto che è mio anche il laghetto. I pescatori non capirono alcuna ragione e litigarono anche col proprietario. Divenne un caos, persino il filo dei coltelli volava per aria. Olofin co

Il potere magico dell'uomo storpio

Osain, fonte del potere magico yoruba, padrone delle piante Shangò era perso nella foresta quando sentì la voce rauca di qualcuno che chiedeva aiuto. Spaventato si guardò intorno e vide un uomo bagnato in sangue sdraiato tra le erbacce. Aveva perso una gamba ed un braccio, sopra l’occhio destro una ferita perdeva del liquido. Shangò mise all’uomo seduto contro l’albero e si buttò nel buio verdore della rigogliosa foresta in cerca di delle piante medicinali. Quando lo storpio si svegliò gli chiese, chi sei?, come ti chiami? —Sono  Shangò, mi ero perso e non trovavo l’uscita del bosco. Ho sentito i tuoi lamenti ed ho fatto il possibile per salvarti. Dopo aver sentito le parole di generosità di Shangò il misterioso uomo mutilato disse: —Te ne sono grato. Il mio nome è Osain, sono il padrone della foresta e di tutte le piante. Abito nei boschi e spesso dormo tra i rami degli alberi, e come hai visto son caduto. Tanti uomini vengono da me a prendersi quel che vogliono

Il cane del despota

Il cane di Oggunda mette in pericolo il padrone Eururè avrebbe dovuto fare ebò col suo cane, ma sempre rimandava. Despota e con le tasche bucate, spesso maltrattava i suoi compagni. Non tardò in guadagnarsi l’odio di tutti in paese che organizzarono il modo di dargli una lezione. Appena lo vedevano gli correvano dietro coi bastoni e i sassi in mano, pronti a colpire. Eururè dovette correre a nascondersi tra gli alberi. Trovò un grosso vaso in terracotta e si infilò dentro, lasciando fuori il cane. Il cane cominciò a sentire fame, suo padrone non sembrava voler uscire dal vaso. Affamato tornò in paese a trovare qualcosa da mangiare. I nemici di Eururè capirono di chi fosse quel cane, gli diedero un pezzo di carne e appena fu soddisfatto tornò dal suo padrone. Lo seguirono e scoprirono Eururè dentro al vaso in terracotta. Lo tirarono fuori e lo uccisero. nota: questa leggenda appartenente al corpo mistico di Oggundà, ci insegna che in tempo di guerra non dobbiamo salvare s

Il custode degli stregoni

Feticcio antropomorfo o Kini Kini Kini Kini fu il nome con cui chiamarono uno tra gli artefatti più potenti ed enigmatici della stregoneria afro-cubana, quelli chiamati anche “bambole di legno”. Gli nkisi, nkuyo o kini kini possiedono uno spirito proprio, il che gli rende tanto forti come una Nganga (pentolone magico dei paleros che contengono ossa umane). Inoltre hanno il vantaggio di essere facilmente trasportati e accompagnare lo stregone nei suoi viaggi.  Lo spirito ad abitare dentro il Kini Kini si prende dalla natura, dalle entità che vagano tra gli alberi o dal posto scelto per la sua nascita. Può essere lo spirito di un umano, di un animale o semplicemente quello del vento o della terra. Qualsiasi esso sia, risponde al volere del padrone e ne diventa compagno inseparabile. Queste bambole di legno servono per tante cose ma si adattano al carattere del suo padrone. Possono servire per aiutare nei processi divinatori, nelle guarigioni, iniziazioni, per protezione e d

Come gli uomini persero la guerra contro le donne

Amazzoni africane del Dahomey —Se volete vincere la guerra dovete portare sei ciotole di ekò, sei ciotole di arachidi, sei ciotole di olio di palma, sei di miele di api e sei pezzi di carne di animali diversi. Portate anche un fucile, una freccia, abiti e il denaro dell’ebò. —Per combattere contro le donne non abbiamo bisogno di fare ebò, bastano due schiaffi!!! —dissero gli uomini all’indovino. Le donne fecero ebò e quella stessa sera scoppiò la guerra… Quando gli uomini arrivarono alle mura della città, Yemayà invio una pioggia torrenziale che bagnò la polvere da sparo e le armi da fuoco. All’unisono abbevero la tosse e molte freddo. Dovettero chiedere aiuto alle stesse donne che stavano combattendo. Le donne gli diedero soccorso e ognuna portò un uomo in casa propria. Il giorno dopo Olofin ordinò agli uomini di restare nelle case delle donne. Uomini e donne restarono uniti per sempre. Nota: Eyioko riprende la necessità di stabilire legami coi vicini, di abbattere le rivalità.

Ibeyi: i gemelli sacri di Eyioko

Rappresentazione degli Ibeyi, i gemelli magici, a Cuba Eyioko era molto amico con Irè . Erano inseparabili. Un giorno Eyioko fu da Orunmila per una consulta. L’indovino gli disse di fare ebò , ma Eyioko non fece niente. Le sue fasulle amicizie, non il suo amico Irè , gli facevano credere che era fortunato e saggio, tanto che presuntuoso e disobbediente smise di frequentare Irè . Irè fu da Orunmila per chiedergli di consigliare bene Eyioko, ma fu in vano. Un giorno Irè disse a Eyioko di non tornare a casa facendo lo stesso percorso, e tanto meno di rispondere o voltarsi a guardare se qualcuno lo chiamava —era un consiglio di Orunmila. Eyioko come al solito, non diede ascolto all’amico.  I suoi nemici gli tessero una trappola mortale lungo la strada che portava a casa. Grazie agli Ibeyi che passavano di lì la scampò per un pelo, altrimenti sarebbe rimasto imprigionato fino a morire. Nota: questa leggenda appartenente al corpo mistico di Eyioko ci ricorda che

Come Yemayà conquistò l'Avana

Yemayà - Madonna di Regla - Madonna della Regola Intorno al 1660 venne eretto nel casale di Regla, nei terreni del Ingenio Guaicamar, una casupola che custodiva un immagine della Vergine, la Regola (Regla) di Sant’ Agostino. Racconta una leggenda circa il Vescovo Agostino, detto l’africano nato e morto in Africa (360-436), che quando era molto giovane ebbe la rivelazione di un angelo che gli ordinò di intagliare nel legno un’immagine che doveva collocare, ben ornata, nel suo oratorio. I secoli cancellarono il nome che Sant’Agostino dovette dare all’immagine, ma sembra che fosse Vergine della Regola. Diciassette anni dopo la sua morte, un discepolo di Agostino, conoscitore del segreto della rivelazione, chiamato Cipriano, per evitare che la figura venisse profanata dai barbari, imbarcò l’immagine in una piccola nave e arrivò sulle coste della Spagna, vicino al luogo dove si trova attualmente la Vergine della Regola, nella villa di Chipiona, Càdiz. Si dice che nonostante una temp

La moglie del cacciatore

Odè il cacciatore Odè abitava con sua moglie vicino alla foresta. Ogni volta che catturava una preda con le sue frecce, depositava il corpo vicino ad un albero per fare in modo che Olofin bevessi del sangue senza essere disturbato. Solo dopo Odè portava l'animale a casa. Un giorno sua moglie gli domandò, presa dalla curiosità, perché gli animali arrivavano dissanguati. —Non te ne devi preoccupare —fu la risposta. Ma sua moglie era curiosa ed un giorno seguì il cacciatore senza farsi scoprire. Nascosta fra i cespugli vide Olofi avvicinarsi al albero dove il cacciatore posizionava i corpi. Olofin chiese all'uomo. —Ti sei fatto accompagnare da qualcuno? —Da nessuno —cercò di rassicurarlo. —Non credo… Sei venuto con una curiosa. —E tornandosi verso la donna le disse: —Se vuoi vedere del sangue tutti i mesi vedrai scorrere la tua. nota: questa leggenda appartiene al corpo mistico di Eyioko, segno divinatorio degli oracoli yoruba e afro-cuba

Eyioko, il coltivatore malato

Eyioko, il coltivatore malato Un uomo malato e povero andò in cerca di fortuna. Arrivò alla fattoria di un ricco coltivatore che gli diede lavoro. Era un uomo ambizioso e diffidente, spesso controllava cosa facevano i suoi operai. Per quell'uomo le cose andarono bene, e come ringraziamento diede da mangiare al suo eledà . Fece una rogazione con due noci di cocco, due uova e due ceri. Arrivata la notte andò a seppellirla. Siccome il padrone lo sta sorvegliando, lo vide aprire un buco per terra. Gli sembrò che nascondeva qualcosa. Il mattino seguente l’uomo stranamente si mostrava allegre e cantaba: Eyioko temi ten shishè mo yi mo kun. Eyioko temi ten toto diè omo okomo yewaroloko omò araokò. Non ebbe dei dubbi, aveva rubato qualcosa e lo fece prendere dalle guardie a cui indicò il posto dove nascondeva il bottino. Scavarono, ma trovarono la rogazione anziché del denaro. Il padrone dovette chiedere scuse e compensarlo per le ingiurie. Ma siccome non aveva denaro abba

Echu e il gallo bugiardo

Gallo voleva avere tante donne quindi andò alla ricerca di una terra dove ce ne fossero tante. Durante il viaggio conobbe Echu e insieme camminarono per un po’. —Dove stai andando?—gli chiese Echu. Gallo rispose che stava andando in un posto dove pioveva continuamente, doveva fare in modo che la pioggia smettesse. Per infastidirlo, Echu cercò uno dei suoi Ochè , e puntando verso la terra dove si trovava il Gallo, inviò acque abbondanti. Quando il Gallo arrivò a quella terra, dichiarò essere il portatore della pioggia e che grazie a lui i campi assetati sarebbero nuovamente fertili.  Gli furono concesse tutte le donne che volle. Da allora si può dire che il Gallo è il re delle donne. Vale a dire: delle galline. nota: questa leggenda fa parte del segno oracolare conosciuto come Ocana. Echu è la divinità che ci mette alla prova, messaggero degli dei.

Vodu: protezione e benedizione

San Michele Arcangelo Questa pratica si esegue per attirare nel proprio focolare benedizione e protezione con il concorso di tutte le 21 Divisioni. Si esegue di venerdì. Stendere su un tavolo, in casa propria, un panno bianco. Al centro del panno  mettere una candela di sette giorni di sette colori. Attorno a questa disporre sette calici o sette bicchieri. Uno colmo di acqua, uno di vino, uno di rum, uno di whiskey, uno di gin, uno di aranciata ed uno di qualsiasi bevanda rossa. Ungere la candela con un olio esoterico il cui significato sia in analogia con ciò che si desidera ottenere (es. olio alla rosa per l'amore, olio al prezzemolo per il denaro, olio al pepe rosa per la protezione, e così via ).  Accendere la candela e recitare l’orazione delle 21 Divisioni:”Io invoco la sublime influenza delle 21 Divisioni per ottenere buona riuscita e progresso in ogni campo della mia vita e per spianare tutte le difficoltà che posso incontrare nel mio cammin

Collane sacre per la buona fortuna

Collane di Oshun Le collane della Santeria sembrano semplici distintivi, ognuno va a rappresentare la divinità con cui è stata consacrata. Chi porta una collana gialla ha dato del mangiare a Oshun oppure è un suo sacerdote. Chi porta una collana rosso bianco è sacerdote di Shangò oppure lui gli ha chiesto mangiare per poter proteggerlo di una avversità nel suo destino.  Ogni tanto ne preparo per le diverse divinità. Sono un sacerdote di Oshun da dodici anni e insieme a lei sono stato iniziato al culto di altri orishas non meno potenti. Questi vengono venerati almeno una volta ogni dodici mesi e insieme a loro faccio nascere questi piccoli gioielli carichi di energia protettrice. A cosa servono? Vi elenco alcune delle loro qualità: • Elegba (rosso nero): per intraprendere nuove attività, trovare lavoro, guadagnarsi la simpatia di un cerchio di persone, fortuna al gioco • Oggun (verde nero): per vincere una causa legale, uscire dalla prigione, salute • Oshun (gial

Vodu: Punizione e vendetta con Santa Radegonda

Santa Radegonda - Madama Samedì Madama Samedì è sicuramente una delle figure più temute del panteon vodu, compagna del Baron Samedì viene raffigurata con l’immagine di Santa Radegonda , regina di Francia. Questa pratica si appella a questa poderosa Metresa con il fine di castigare in maniera esemplare una persona che ha commesso un’azione molto grave. Si dice che Santa Radegonda abbia un forte senso di giustizia, se ci si rivolge a lei indebitamente, per capriccio o senza essere veramente innocenti si rischia di pagarla molto cara, pertanto va invocata solamente se si abbiano ragioni molto valide e ragione assoluta.