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Rogazione della testa, perché la si fa

Per chi non conosce la Santeria o il mondo spirituale Lukumì, il concetto di rogazione della testa può sembrare piuttosto strano. Tuttavia, prestare particolare attenzione al cranio (eledà) come sede di orì (angelo custode o sé superiore) è importante non solo per gli olosha, ma anche in altre religioni tradizionali africane come il Voodoo, dove il processo Lave Tete si concentra anch'esso sulla testa come centro di potere del corpo. Eledà è la sede dell'orì nel corpo, quindi è logico che gli si presti particolare attenzione, perché un orì squilibrato potrebbe causare difficoltà. Le ragioni sono molteplici e i casi in cui l'orì deve essere alimentato sono vari. Le ragioni principali rientrano in tre categorie: rafforzare, rinfrescare e riequilibrare l'orí. I due principali casi rituali che richiedono il kaworì eledà sono durante un'iniziazione e durante un rituale espiatorio; tuttavia, la rogazione della testa può far parte di un regime spirituale preventivo. Ci

Offrirai da mangiare agli antenati, se viene Ofun sulla stuoia

Il culto degli antenati: offrirai da mangiare alla terra. Olofin era nel suo palazzo nell’alto dei cieli, era una giornata fredda o forse aveva freddo, di sicuro si annoiava. Niente di straordinario stava succedendo in Paradiso e nessuna notizia degna di nota arrivava dal pianeta Terra. Decise di fare una passeggiata tra le nuvole che in qualche modo sembravano essere le stesse nuvole di tutti i giorni. La sua migliore amica, la civetta, stava facendo il suo pisolino diurno. Era stata sveglia tutta la notte ed il suo pisolino quotidiano era il suo unico modo per compensare l'insonnia perenne. Così si ritrovò a camminare da solo senza nessuno con cui parlare. Sentendosi un po’ depresso, separò al centro una nuvola bianca e luminosa che si muoveva direttamente sopra il mercato di Oyò. Guardò in basso e vide Oya e Oshun che all'epoca erano le mogli di Shango, e Yemaya, che era la moglie di Oggun, ed era appena arrivata e si unì alle altre due. C'era un sacco di esseri umani ch

Com'è nata la maraca di Shangò

Ogni Orisha della tradizione culturale afrocubana, ha uno strumento magico utile per attirare la sua attenzione. Alcuni come Oshun , hanno una campana. Altri, come Shango, hanno una maraca tutta dipinta di rosso e bianco. La maraca è diventata uno strumento tipico della musica popolare e folcloristica sudamericana, diffuso oggi anche nella musica leggera. Alcune maraca si fanno con una zucca vuota, altre con il frutto di un albero chiamato "güira" a Cuba. Ma almeno durante i cerimoniali di Shangò destano sia la attenzione che un grande movimento energetico nella stanza dei segreti chiamata anche Igbodu . L'origine di questo strumento magico si racconta nel segno Odi tonti Obara (7-6) del diloggun, le conchiglie divinatorie che usiamo per predire il futuro e dare soluzione ai problemi. Indicando che la persona deve smetterla di litigare con quelle persone a lui vicine, specie con il suo partner. Ciò porterà soltanto divergenza, e nel peggiore dei casi non ne uscirà fuori

Come la capra è diventata un animale domestico

Secondo una leggenda di Odì, Odun del Diloggun Come la capra è diventata un animale domestico È stato detto da persone che sanno di queste cose, che molto, molto tempo fa; in un tempo diverso, in un'epoca diversa, tutti gli animali del regno animale bevevano l'acqua della stessa laguna. Vedendo che l’acqua potabile stava diventando torbida, giunsero all'accordo che, almeno una volta all'anno, avrebbero dovuto riunirsi per ripulire il posto. Chiunque si rifiutasse di partecipare a un simile compito, sarebbe stato giustiziato lì, senza tante cerimonie o udienze. Un anno la capra non è andata alla riunione delle pulizie, il motivo era che aveva avuto un cucciolo e non voleva lasciarlo da solo. Il consiglio degli animali ha inviato emissari a casa della capra. Volevano sapere il motivo per cui era assente alla pulizia annuale. Un giovane cavallo è stato il primo a porre le sue domande. La capra rispose che aveva appena partorito. Il giovane cavallo volle sapere se era un m

Cos'è la Cascarilla e come prepararla in casa

 Grazie all'unione di guscio d'uovo polverizzato, acqua santa e preghiere, è nata la Cascarilla (cascariglia), uno degli elementi più utilizzati nei rituali riguardanti il ​​Pantheon Yoruba.  La cascarilla è un elemento sacro, puro e altamente spirituale, motivo per cui è stata utilizzata a lungo nei rituali spirituali e religiosi.  È un forte detergente purificante a base di gusci d'uova in polvere mescolati con acqua santa.  La cascarilla è considerata l'elemento più puro che esiste e attraverso di essa si ottiene la chiarezza spirituale e mentale.  Inoltre, è un elemento estremamente utile nei rituali per proteggere la casa, uno spazio specifico o una persona e può essere utilizzato sotto forma di pietra o polvere.  La cascarilla nel culto della Santeria (culto degli Orisha e Osha ) assume una grande importanza in quanto è un elemento direttamente legato a Obatalá , il proprietario di tutte le teste e Oloddumare il supremo, attraverso questo magico prodotto gli

Incoronare Orisha o farsi il Santo

La cosiddetta religione afro-cubana è ampiamente praticata a Cuba ed è considerata uno dei suoi segni identitari e autoctoni. Se hai mai camminato per le strade cubane, sicuramente hai sentito molti chiamarsi padrino, madrina o figlioccio, o hai visto uomini e donne vestiti completamente di bianco con collane e impulsi colorati sui loro corpi. Questi personaggi in bianco sono " iyawos ", o " yabós " come vengono comunemente chiamati. Passano attraverso un rigoroso processo di consacrazione per diventare santeros, raggiungendo il massimo legame con il loro Orisha custode, il santo che li protegge. Il culto yoruba in America Con l'arrivo degli spagnoli a Cuba, la massiccia devastazione dei nativi e l'ingresso di schiavi da diverse regioni dell'Africa, il paese ha attraversato lunghi processi di formazione e ricerca della propria identità. Nel caso degli schiavi, per lo più dalla Nigeria, portavano le loro credenze e miti religiosi, credenze che dovevano na

Dilogun, oracolo maggiore della tradizione Orisha

Diloggun, oracolo degli Orisha Il Diloggun fu il primo sistema divinatorio portato dal cielo da Obatalà Alabalashe , che fu il primo a conoscere questo oracolo. Gli abitanti dell'etnia Igbo, antenati del popolo Yoruba, erano sudditi di Obatalà e lo chiamavano Obba Igbo . Obatalà usò questo oracolo e attraverso la sua strana interpretazione della parola di Oloddumare. Oloddumare non parla direttamente agli uomini, lo fa attraverso gli Irunmolè . Il diloggun è la voce degli Irunmolè che esprimono i disegni della volontà divina. Alabalashe era un Obatalà interprete dell'oracolo che parlava agli uomini del presente, passato e futuro. Ha insegnato questo oracolo alle persone della terra Igbo . E diede il potere di interpretazione ad altri Orisha  in modo che potessero anche loro accedere al messaggio di Oloddumare attraverso gli Irunmolè . A quel tempo la terra era popolata da Orisha  che avevano lasciato Ara   Orun (il cielo) per sperimentare l'esistenza terre

Come passare gli esami con voti alti

Elegba Ero più che un ragazzino quando ho ricevuto i miei guerrieri: Elegba, Ogun e Ozun. Andavo alle medie e dividevo il mio tempo libero tra gli studi per superare gli esami con voti alti e la compagnia di mio nonno, quel signore misterioso che o era impegnato a fare lavori di santeria o a fare i consulti o spronare i suoi pentoloni di mayombe per ottenere con la stregoneria qualsiasi obbiettivo dei suoi figliocci.  Un pomeriggio andai dal nonno, appena avevo finito di pranzare. Non avevo dei compiti da finire e anche se li avesse avuto, li avrei lasciati per dopo. Quel giorno c’era un wemilere che i miei dedicavano a Ogun. Il suono dei tamburi si ascoltava anche a tre isolati da casa loro, proprio lo spazio che mi separava dalla festa.  Quando arrivai c’era Ogun che ballava davanti ai tamburi, con il machete in mano e una bottiglia di aguardiente che condivideva con il pubblico, nell'altra. Ero esaltato dal vedere una divinità in carne e ossa, sudata e piena di en

Vi racconto chi è Oshun Ibu Kole

Ikole, la Oshun avvoltoio Oshun si manifesta in molteplici modi, a seconda della sua vibrazione o stato di animo. Ogni sacerdote di questa divinità riceve un avatar di Oshun che non può scegliere. Ognuno ha bisogno di una certa vibrazione della dea per raggiungere il suo scopo nella vita. Lei stessa è stata sulla terra diverse volte, senza sapere quale sarebbe stato il suo traguardo finale: raggiungere la maturità necessaria per diventare un orisha. E in ogni vita ha vissuto in maniera diversa ed ha imparato poteri diversi. É stata strega, è stata regina, è stata schiava, è stata povera, è stata poligama, è stata fedifraga, è stata persino una spietata assassina ed anche una ballerina pazza. Quindi sa benissimo cosa occorre ai suoi sacerdoti per essere felici, e lei stessa consegna una vibrazione particolare ai suoi sacerdoti che va dal lato più buio a quello più regale. Oshun Ibù Kolè è la strega per eccellenza, la maga inseparabile dall'avvoltoio, con cui lavora. Il suo

L'uomo che sentiva la voce di Ogun

Orisha Ogun, dio dei metalli Ogun è considerato il più grande degli santos, almeno nella zona centrale di Cuba, e anche il più potente degli orishas. É un essere che non riposa mai, nemmeno quando la notte è più fonda. Insieme a Yemayà, la madre del mondo, furono i primi a entrare in chiesa e per quello non c'è potere capace di contrastarli quando stanno insieme. E sono anche i primi ad arrivare in un wemilere. Il cantante deve essere bravo abbastanza per chiamare Yemayà per prima, per poi chiamare i suoi figli dicendo "com'è possibile che la madre del mondo sia sola a ballare questo tambor?" e Yemayá con la sua risata obbligherà gli altri ad assistere e il cantante farà piazza pulita scegliendo chi resta e chi va via. Speso basta un giro di canto perche restino Yemayà e Oggun, gli unici col coraggio di conquistare la terra e costruire per l'uomo, i più valorosi guerrieri. Se volevi sapere come stavano i tuoi figli, bastava chiederlo a Osain, a Elegba o a O

Come omaggiare Oya e chiederle un favore

Oyà con miele e melanzane  Si può chiedere qualsiasi a Oyà  mentre le si offrono delle melanzane. Il servizio della foto mi è stato suggerito ieri notte da una sua sacerdotessa molto anziana, una signora di passaggio in Italia, a Brescia. Certo che c'è uno scopo dietro a questo modo di dividere la melanzana ma per ragioni di etica non potrò esporlo. Non tutto va svelato al grande pubblico.  Si prende la melanzana e si toglie con le dita la parte verde, poi si taglia quasi a metà e si continua a dividere finché abbiamo nove pezzi. Si mette la corona della melanzana al centro del piatto e gli altri pezzi attorno formando un cerchio, poi si cosparge il tutto col miele di api. Si toglie il coperchio della zuppiera e si appoggia il piatto sopra i sacri sassi della " madre di nove figli " mentre si chiede un favore.  Potrete chiedere qualsiasi cosa, dalla salute alla fortuna. Se  Oyà  è felice di avere questo addimù ce lo farà sapere molto presto. Ricordate che è lei la pi

Oggun e i legamenti d'amore

Pentola di Oggun e i suoi attrezzi Oggun è la divinità del lavoro, della guerra, della scienza e della forza. Tutte qualità che potrebbero rappresentare la mascolinità e l'istinto di conquista dell'uomo. Speso viene chiamato a risolvere conflitti e litigi, per farsi assolvere nei problemi legali oppure per liberare i carcerati. Una fama che si è costruita nei secoli nella società cubana e la sua diaspora. Una bottiglia di grappa, un gallo, un sigaro ed un machete ed il lavoro è fatto. Però non possiamo inquadrare gli orishas in una determinata categoria. Oggun non fa soltanto cose da "maschi", fa anche cose che potremmo adibire alle divinità femminili come Oshun e Yemoja. Hai mai pensato che i legamenti non li possa fare anche lui? E la possibilità di fare rimanere incinta le donne sterili? Hai mai potuto immaginare che un orisha determinato e irascibile potesse guarire malati di cancro con la stessa velocità in cui farebbe Obatalà o Asowano? Chiedete a Emm

Tinyo Alawé, San Raffaele Arcangelo

Arcangelo Raffaele L’Arcangelo Raffaele (dall’ebraico medicina di Dio), è uno dei sette Angeli dinnanzi al trono dell’Onnipotente, nel racconto biblico accompagna e custodisce Tobiolo nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco. La sua festa cade il 24 di ottobre. È legato ai fiumi ed alle foreste, viene considerato, come Oshosi nella Santeria , protettore della natura, difende e protegge da ogni pericolo, inoltre tutela gli omosessuali. I suoi colori sono il blu, il giallo, il rosa e l’arancione. I suoi giorni sono il giovedì ed il sabato. Nel Vodù dominicano viene chiamato Papà Tinyo Alawé o semplicemente Tinyo Alawé e fa parte della divisione india che raggruppa i loa identificati con gli aborigeni dell'isola. Nel mito è sposato alla India Caridad (Madonna della Carità del Cobre, Patrona di Cuba). Servizio: una papaya matura, uva, guineos (bananitos) e un bicchiere di acqua di cocco. Il tutto vegliato da una candela di colore rosa