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Visualizzazione dei post con l'etichetta eyioko

La luna, il sole e l'amore che si nasconde in un'eclisse

 Ofùn  era cieco e stanco, quindi convocò Unle ed Eyioko . Li informò che avrebbe dato a entrambi la virtù di aprire le porte della luce sin da quel giorno, ma l'unica condizione era che non fossero in ritardo e si comportassero bene.  Eyioko si è così eccitato che ha dato una festa, ha bevuto, si è divertito e si è addormentato quasi all'alba.  Vedendo che Eyioko stava dormendo, Unle volle quella virtù per sé e andò ai piedi di  Ofùn  e gli disse "Padre, sono venuto in cerca della mia virtù".  Ofùn  gli disse: "da oggi aprirai le porte della giornata".  Eyioko arrivò in ritardo e fu quindi sollevato da quella posizione, diventando subordinato di Unle, ma col passare del tempo, Unle ebbe quel dolore di aver tolto la virtù a suo fratello e chiese a Ofùn di dargli una virtù in modo che potesse essere in pace con se stesso. Allora  Ofùn  disse a Eyioko : "Sarai il re della notte e ti occuperai di tutti i fenomeni che la notte porta, prenderai il cont

Come gli uomini persero la guerra contro le donne

Amazzoni africane del Dahomey —Se volete vincere la guerra dovete portare sei ciotole di ekò, sei ciotole di arachidi, sei ciotole di olio di palma, sei di miele di api e sei pezzi di carne di animali diversi. Portate anche un fucile, una freccia, abiti e il denaro dell’ebò. —Per combattere contro le donne non abbiamo bisogno di fare ebò, bastano due schiaffi!!! —dissero gli uomini all’indovino. Le donne fecero ebò e quella stessa sera scoppiò la guerra… Quando gli uomini arrivarono alle mura della città, Yemayà invio una pioggia torrenziale che bagnò la polvere da sparo e le armi da fuoco. All’unisono abbevero la tosse e molte freddo. Dovettero chiedere aiuto alle stesse donne che stavano combattendo. Le donne gli diedero soccorso e ognuna portò un uomo in casa propria. Il giorno dopo Olofin ordinò agli uomini di restare nelle case delle donne. Uomini e donne restarono uniti per sempre. Nota: Eyioko riprende la necessità di stabilire legami coi vicini, di abbattere le rivalità.

Ibeyi: i gemelli sacri di Eyioko

Rappresentazione degli Ibeyi, i gemelli magici, a Cuba Eyioko era molto amico con Irè . Erano inseparabili. Un giorno Eyioko fu da Orunmila per una consulta. L’indovino gli disse di fare ebò , ma Eyioko non fece niente. Le sue fasulle amicizie, non il suo amico Irè , gli facevano credere che era fortunato e saggio, tanto che presuntuoso e disobbediente smise di frequentare Irè . Irè fu da Orunmila per chiedergli di consigliare bene Eyioko, ma fu in vano. Un giorno Irè disse a Eyioko di non tornare a casa facendo lo stesso percorso, e tanto meno di rispondere o voltarsi a guardare se qualcuno lo chiamava —era un consiglio di Orunmila. Eyioko come al solito, non diede ascolto all’amico.  I suoi nemici gli tessero una trappola mortale lungo la strada che portava a casa. Grazie agli Ibeyi che passavano di lì la scampò per un pelo, altrimenti sarebbe rimasto imprigionato fino a morire. Nota: questa leggenda appartenente al corpo mistico di Eyioko ci ricorda che

Eyioko, il coltivatore malato

Eyioko, il coltivatore malato Un uomo malato e povero andò in cerca di fortuna. Arrivò alla fattoria di un ricco coltivatore che gli diede lavoro. Era un uomo ambizioso e diffidente, spesso controllava cosa facevano i suoi operai. Per quell'uomo le cose andarono bene, e come ringraziamento diede da mangiare al suo eledà . Fece una rogazione con due noci di cocco, due uova e due ceri. Arrivata la notte andò a seppellirla. Siccome il padrone lo sta sorvegliando, lo vide aprire un buco per terra. Gli sembrò che nascondeva qualcosa. Il mattino seguente l’uomo stranamente si mostrava allegre e cantaba: Eyioko temi ten shishè mo yi mo kun. Eyioko temi ten toto diè omo okomo yewaroloko omò araokò. Non ebbe dei dubbi, aveva rubato qualcosa e lo fece prendere dalle guardie a cui indicò il posto dove nascondeva il bottino. Scavarono, ma trovarono la rogazione anziché del denaro. Il padrone dovette chiedere scuse e compensarlo per le ingiurie. Ma siccome non aveva denaro abba