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La Storia Lucumì: Oyà, la nona figlia

Oya Yansan, divinità di morte, vita e dei venti La terza figlia di Yembo e Oddua, nonchè la nona dei figli, non aveva niente da invidiare a sua sorella Oba Nani, Oyà ha portato la bellezza fisica al mondo. Oya aveva degli occhi ambrati dove, rotondi e molto espressivi. Quando le persone guardavano i suoi occhi, rimanevano assorti. Il suo aspetto ha anche portato un grandi conflitti tra gli orisha. Sebbene fosse di movenze femminili, aveva un forte temperamento e quando era costretta a farlo assumeva la personalità di un rude e impavido guerriero. Aveva l'anima di un uomo ed era coraggiosa come suo fratello Oggun. Oyà aveva una personalità che oscillava da le maniere dolci e rasserenanti alle più distruttive. Con la sua nascita il mondo così come lo conosciamo conobbe un punto di riferimento. Divenne lei stessa il respiro della vita ed il movimento dell'aria, compresi i grandi fenomeni atmosferici (uragani, tempeste e tornado). A fianco di sua madre Yembo potrebbe occasionare ur

Come omaggiare Oya e chiederle un favore

Oyà con miele e melanzane  Si può chiedere qualsiasi a Oyà  mentre le si offrono delle melanzane. Il servizio della foto mi è stato suggerito ieri notte da una sua sacerdotessa molto anziana, una signora di passaggio in Italia, a Brescia. Certo che c'è uno scopo dietro a questo modo di dividere la melanzana ma per ragioni di etica non potrò esporlo. Non tutto va svelato al grande pubblico.  Si prende la melanzana e si toglie con le dita la parte verde, poi si taglia quasi a metà e si continua a dividere finché abbiamo nove pezzi. Si mette la corona della melanzana al centro del piatto e gli altri pezzi attorno formando un cerchio, poi si cosparge il tutto col miele di api. Si toglie il coperchio della zuppiera e si appoggia il piatto sopra i sacri sassi della " madre di nove figli " mentre si chiede un favore.  Potrete chiedere qualsiasi cosa, dalla salute alla fortuna. Se  Oyà  è felice di avere questo addimù ce lo farà sapere molto presto. Ricordate che è lei la pi

Oyà e le melanzane

Oya o Iyansa con i suoi frutti favoriti, le melanzane Tra le cose che Oya ama di più troviamo le melanzane. Non alla parmigiana come siamo abituati da queste parti, ma crude. Anche se a dire la verità non ho ancora provato ad offrirle un piatto con una bella porzione della prelibatezza italiana conosciuta nel mondo intero. Abitualmente le sono offerte in numero di nove, dentro ad un cestello, oppure attorno la sua zuppiera e al suo interno. Si aggiungono dei fiori, profumo alla rosa ed una candela. Si parla davanti a lei dei problemi che ci affliggono e la dea dei venti non ci deluderà. Nove giorni dopo questa offerta si porterà al mercato, con nove centesimi. Si può portare anche nella foresta o nel posto che lei preferisca. Per saperlo le chiederemo con obi. Queste melanzane gliel'ho offerte una settimana fa. Spero tanto che sia soddisfatta.

Come Iyansa perse il suo unico amico

Oya, padrona del Cimitero Olofin avvertì a Iyansà di fare ebò. Un male era in arrivo, ma Iyansà non obbedì. Ogun si offrì a portarla da Orunmila. Ma lei disse che non andava da nessuna parte. Il suo nemico tentò mille modi di colpirla e annientarla, ma tutti i suoi tentativi fallirono. Alla fine fu dal agnello, che era buon amico di Iyansà, gli offrì del denaro per tradirla e lui accettò. "Vieni con me Iyansà, ti conviene. É necessario che tu vada avanti e vinca suoi tuoi nemici." Iyansà si fidava di lui. Salì sul carro e mentre si spostavano lui la legava. Lei si accorse ma siccome si fidava gli lasciò fare. Era un suo amico, l’abbiamo già detto, Oyà si fidava dell’agnello. Ma poco dopo si alzò il vento ed un turbine si formò in aria, si slegarono le corde che la tenevano ferma ed in un attimo capì tutto… lui la stava tradendo. Lo maledisse, e da quel lontano momento non mangia più le sue carni. Nota: questa leggenda appartiene al corpo letterario

Oyá, la madre del caos

 Stamattina ho potuto sentire il potere di  Oyà . Stavo lavando le sue pietre di ogni residuo di un sacrificio che le avevo offerto ieri insieme ad una sua figlia, una Omo  Oyà  non ancora iniziata. Nel frattempo ho avuto qualche scambio verbale con qualcuno, un dialogo quasi litigioso, e all'improvviso é iniziato il temporale mattutino che ha devastato la zona dove abito. Tuoni, lampi, vento, grandine. Tutti i segni furiosi della dea. Ho finito di lavarla. L'ho profumata con acqua di rosa. L'ho pregata di stare calma, lei è la portatrice dei cambiamenti più tragici nella storia del mondo. Ho imparato che quando si sta vicino a lei non bisogna "stimolare" il suo istinto naturale. Oyà  viene definita "Madre del Caos", in quanto propiziatrice di cambiamenti e spesso di devastazioni; forse per questa ragione è considerata signora di quel  fuoco , che spesso tiene in mano nelle sue rappresentazioni. Inoltre è anche dea " guerriera ", patro