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Preghiera a Dio per ottenere qualsiasi grazia (anche per recuperare l’amore perduto)

Questa è tra le preghiere più belle dedicate direttamente al sacro potere di Dio per ottenere qualsiasi grazia. Specialmente quelle richieste d’amore che non sappiamo bene a chi indirizzare. Chi meglio di Dio per esaudire i nostri desideri? Provatela per nove giorni e poi condividete le vostre esperienze nei commenti. Padre mio che sei nei cieli, com'è dolce e soave il sapere che Tu sei mio Padre, e che io sono figlio Tuo!  È soprattutto quando è cupo il cielo dell'anima mia e più pesante è la mia croce, che sento il bisogno di ripeterTi: Padre, credo al Tuo Amore per me!  Sì, credo che Tu mi sei Padre ogni momento della vita e che io sono Tuo figlio! Credo che mi ami con Amore infinito!  Credo che vegli giorno e notte su di me, e neppure un capello cade dalla... mia testa senza il Tuo permesso!  Credo che, infinitamente Sapiente, sai meglio di me, ciò che mi è utile. Credo che, infinitamente Potente, puoi trarre il bene anche dal male!  Credo che, infinitamente Buono, fai serv

Solo Obatalà conosce la dimora di Dio

Obatalà era l'unico Orisha che sapeva dove viveva Olodumare. Questo privilegio gli diede un posto di rilievo tra gli altri Orisha, poiché essi non avevano l'ashè e dovevano chiedere il potere a  Olodumare . Era compito di Obatalà fare richieste quotidiane agli Orisha da parte degli esseri umani. Per citare un esempio, se qualcuno pregava Oshun per l'amore di una coppia, doveva rivolgersi a Obatalà e chiedere il potere di rispondere alla richiesta. Obatalà doveva quindi trasmettere la richiesta a  Olodumare  e sapere se avrebbe concesso o negato la grazia. Obatalà dovette quindi tornare a Oshun per comunicare la risposta di  Olodumare. Molte volte Obatalà viaggiava verso il cielo, recapitava messaggi, concedeva favori, riceveva lamentele; diventava infelice perché non era ambizioso, e sapeva che gli altri Orisha parlavano male di lui alle sue spalle e lo accusavano di tergiversare petizioni a  Olodumare  per conto loro. Obatalà sapeva che lo accusavano di manipolare le loro