Obatalà aveva una figlia che vestiva di bianco, era vivace e molto curiosa. Decise che non l’avrebbe fatto uscire di casa, per paura che combinassi dei guai.
Un giorno Obatalà uscì a fare delle compere. La bambina non avrebbe approfittato? Appena il padre si fu allontanato aprì la porta e uscì a scoprire cosa c’era in paese. Camminò e camminò e anche i campi volle guardare ma all’ora di tornare perse la strada e non tornò mai più.
Obatalà vide la casa vuota e la tristezza e la disperazione presero il sopravvento. I domestici uscirono a cercare la bambina.
Intanto lei vide una miniera di carbone. Tanti uomini che vi lavoravano cominciarono a uscire, erano sporchi di nero. Mentre passavano al suo fianco la coprirono con della polvere nera, e divenne nera.
La bambina vide arrivare i domestici ma siccome lei voleva guardare cosa c’era dentro la miniera non disse niente. Loro non la riconobbero.
La bambina si addentrò nell'oscurità e cadde dentro a un buco da dove non uscì mai più.
Nota: questa leggenda appartiene a Ofun tonti Oddì (10-7) e ci parla della tristezza del consultante per una perdita subita.
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