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La corona del re Eyiogbe

Eyiogbe era conosciuto nell'antica Africa occidentale come "il re dell'orgoglio". Non era facile ottenere una visita da lui. Non permetteva nemmeno ai suoi servi di mescolarsi con la gente del paese. Si considerava più potente del più potente dei re, più saggio del più saggio degli uomini, più bello del più bello degli uomini. Non voleva guardare sotto il suo naso. Tutto quel falso orgoglio serviva solo a nascondere le sue paure e la sua ignoranza. Questo re aveva una figlia che era da tanto tempo a letto malata di una malattia strana. Aveva chiamato i migliori guaritori/medici che facevano del loro meglio per guarirla, ma il risultato era sempre lo stesso. La giovane principessa languiva e nei suoi occhi c'era solo uno sguardo triste e distante. Tutti i guaritori erano concordi nel ritenere che la bella principessa fosse stregata. Era il risultato di qualche incantesimo lanciato contro il "re dell'orgoglio". Poteva essere stato fatto in questa vita

La Storia Lucumi: Yemaya diventa Apetebì

Yemaya diventa l'Apetebi (moglie) di Orula  Dopo che Yemaya lasciò ile tinibu di Oshun , vagò per un breve tempo attraverso il regno. Aveva bisogno di riflettere su ciò che era accaduto quel giorno fino a quando è partita alla ricerca della sua nuova esperienza. Nel profondo dei pensieri, Yemaya sentì una voce che la chiamava, sembrava venire dalla foresta. Rimase sorpresa quando individuò quella strana voce che si confondeva coi suoi pensieri, non era sicura di averla sentito prima. La voce la chiamava. – Sì, sì, ti sento... Verrò. Yemaya seguì la voce cui suono si intensificava nella sua mente. Seguì un sentiero e si avventurò nelle profondità di ile nigbe (la foresta) fino a quando incontrò un albero piuttosto grande nel mezzo della foresta conosciuto come Iroko . Sapeva che lì avrebbe trovato il proprietario della voce che da un pezzo le stava parlando e interferiva nelle sue idee. Lì vicino, ai piedi delle radici dell'albero, Yemaya vide un uomo seduto per terra con

La Storia Lucumì: Elegba, Orula e l'albero Araba

Araba, l'albero sacro degli Orisha  Dopo che Laroye scavò la buca, prese suo fratello e lo mise dentro. Invece di sdraiarlo, lo mise verticalmente all'interno del buco e lo seppellì fino alla vita lasciando la parte superiore del corpo e le braccia libere. Quando fu posato l'ultimo pezzo di terra, Laroye guardò suo fratello minore e sentì una nuova sensazione sopra di sé. Questo è stato il sentimento di compassione, che Orula ha portato nel mondo con la sua nascita. Laroye tornò a casa più tardi quel giorno. Obatala lo stava aspettando e gli chiese se aveva seppellito suo fratello come aveva chiesto ed Elegba rispose con un cenno della testa. Il vecchio gli lanciò un'occhiata di pietà mentre entrava in casa. Più tardi quella notte, mentre giaceva nel suo letto, Laroye cominciò a pensare a suo fratello minore da solo, seppellito nella foresta, in mezzo al buio della notte. Ai primi raggi di sole si alzò e decise che non poteva lasciar morire il bambino di fame e di

La Storia Lucumi: Orunmila, l'undicesimo figlio

Erano passati diversi mesi da quando erano avvenute le offese di Ogun e il mondo aveva iniziato lentamente a tornare alla normalità. I figli di Obatala eseguivano le sue istruzioni e seguivano i suoi comandamenti. La nuova Yemayà stava per dare alla luce un bambino, quando iniziarono i dolori del travaglio, così cominciò a pregare Olodumare . Pregava che nascesse una ragazza in modo che Obatala non rispettasse il suo voto. Yemaya si arrabbiò con molta rabbia quando guardò tra le sue gambe e scopri che c'era un maschietto coperto di sangue. Sapeva quale sarebbe stato il suo destino, soffriva nel pensare che il suo neonato sarebbe stato ucciso. Chiamò il bambino in fretta Orunmila (che vuol dire fenomeno) proprio per la tempistica del suo arrivo sulla terra e del destino a cui doveva andare incontro. Quando Obatala si rese conto che era nato un'altro maschio, prese Orunmila dalle braccia della madre e lo diede a Laroye dicendogli "Vai ad eseguire i miei ordini"

Le tre donne del pozzo secco

Distratto, cadde Orula in un pozzo secco che non aveva visto sulla sua strada. Passarono alcuni uomini che sentirono i suoi lamenti e commentarono: <<li dentro non ha gallo ne galline, tanto meno dell’igname, cazzi suoi!!!>> e proseguirono. Alla fine tre donne sentirono il suo canto, si avvicinarono al pozzo e videro l’uomo. Subito vollero aiutarlo. Si sono tolte le gonne e le legarono l’una all’altra dagli estremi con dei forti nodi e le buttarono giù nel pozzo. Purtroppo non erano abbastanza lunghe. Dovettero togliere anche i mantelli e legarli alle gonne, allora l’uomo poté uscire dal pozzo. Le brave donne piangevano mentre lui le ringraziava. Ad ognuna chiese il motivo del loro penare. Una di esse gli rispose: —Piango perché i miei figli muoiono. —I tuoi figli vivranno. Un’altra disse che abortiva. —Partorirai. E la terza, che non riusciva a rimanere incinta. —Presto avrai un bimbo. Nota: questa leggenda ci racconta le promesse