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Vodu e magia portata dall'Africa più nera in occidente

Il vodu (o vudu, vodù, vudù) ha 20 milioni di fedeli, presenti anche fra gli immigrati haitiani negli Usa e in Europa, divisi in società autonome, senza gerarchie religiose. Ogni società dispone di un piccolo santuario: a volte basta la casa di un adepto. La gestiscono un sacerdote (hungan) o una sacerdotessa (mambo). Nelle cerimonie si sacrificano galli, persino vitelli, e si cerca di provocare l’entrata di un loa, un dio, nel corpo di una o più persone. A portare alla diffusione di questa “frattura” delle barriere fra conscio e inconscio nei Caraibi, fu probabilmente la deportazione di schiavi dall’Africa ad Haiti, a partire dal XVI secolo. Il vodu è quindi nato quando gli schiavi provenienti dal Golfo del Benin, sradicati dalle loro famiglie e dai loro idoli, rifiutarono la dura realtà dei campi di canna da zucchero. E si rifugiarono in riti arcaici, come in un simbolico ritorno a casa. Fu anche una reazione al battesimo e ai santi cattolici imposti dai missionari. Gli haitiani asso