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Oya, orisha della tempesta, del vento e del fuoco

Oya, madre di nove bambini
Oya è la magia che rende fertile la terra, è la fine della fame, della sete e dell'isolamento

La parola Ọya significa "tempesta" ed è universalmente simboleggiata dal tornado, come è noto a tutti i religiosi sia nell'Africa occidentale che nella diaspora di origine yoruba in tutto il mondo.

La nascita dell'Orisha Ọya si racconta nelle leggende dell'odù Ifà Ọsá Ògúndá. 

Secondo le leggende Yoruba, Ọyà è la bellissima, violenta e intrepida figlia di Yẹmọja Ibú Àgànná (Yemayà) il che può essere un'informazione molto contraddittoria per i seguaci della tradizione afro-cubana in cui è stata erroneamente creata una presunta inimicizia tra Ọyà e Yẹmoja che non è supportata dalle storie africane poiché l'unico punto di disaccordo tra loro è l'ariete che viene ripudiato da Ọyà, ma questo non significa che siano nemiche. Io e te possiamo mangiare cibi diversi senza che questo ci renda nemici, giusto?

Ọsá Ògúndá ci dice che c'è stato un tempo in cui Ọyà, trasformata in un bufalo, viveva nel profondo della foresta chiamata Ẹfòn. Ògún che era stato avvertito da Ifa che un giorno avrebbe trovato una bellissima moglie, stava cacciando e vide il bufalo e lo scelse come preda; ma, con suo grande stupore, il bufalo cominciò a cambiare forma e divenne una fanciulla.

Ògún capì immediatamente che quella era la donna che Ifá gli aveva predetto. Dopo aver terminato la trasformazione da Buffalo a fanciulla, Oya ha nascose la pelle di bufalo e si è diretta verso il mercato.

Ògún raccolse la pelle di bufalo e la seguì al mercato dove la affrontò e le chiese di sposarlo. Ọyà non voleva andare a nozze con un perfetto sconosciuto ma quando scoprì che Ògún conosceva il suo segreto; lo ha accettato ed è andata a vivere con lui.

Ọyà ha avuto dei figli con Ògún, il che non piaceva alla prima moglie di Ògún. La prima moglie gli chiedeva continuamente l'origine di questa giovane donna di nome Ọyà.

Ògún non poteva rispondere, perché aveva giurato a Ọyà che non avrebbe mai rivelato il suo segreto. La prima moglie chiese a suo fratello di fare ubriacare Ògún in modo di ottenere le informazioni sulla nuova donna e si sa che Ògún ha un debole per l'alcol...  Dopo aver ottenuto le informazioni, la prima moglie ha affrontato Ọya, insultandola per essersi introdotta nella loro famiglia. Ọyà, piena di rabbia decise di preparare uno dei suoi corni di bufalo per uccidere per prima alla moglie di Ògún e poi a lui stesso, ma poiché Ògún aveva fatto sacrificio, questo lo salvò dall'essere ucciso da Ọyà. Però la prima moglie non ebbe la stessa sorte.

Dopo questo tragico evento, Ọyà abbandonò Ogun per aver rivelato il suo segreto e tornò nella foresta, ma non prima di aver lasciato uno dei suoi corni preparato affinché i suoi figli la ricordassero e le rendessero omaggio ogni anno. Le sacre scritture dell'odù Òsá Méjì ci racconta che c'è stato un tempo in cui tutti i bambini di Ọyà sono nati prematuri, deboli e malati.

Oyà andò a consultare Ifá e fece sacrifici con 18 chiocciole di ciprea e tessuti di molti colori (aşọ wínni -wínni) e una pecora (abo àgùtàn). Completò il sacrificio e mangiò la medicina fatta con la carne della pecora. Questo medicinale ha permesso a Ọyà di dare alla luce nove bambini, il più giovane dei quali è Egúngún (colui che indossa molti tessuti colorati).

Da quel momento era conosciuta come Ìyásán (la Madre dei nove bambini) e la carne della pecora o dell'ariete divenne tabù per lei, ecco perché Oya non mangia la pecora. 

Oya o Iyansa

Un'altra leggenda narra che Ọyà era una giovane commerciante di olio di palma che aveva sposato Ògún. Si era stancata del cattivo trattamento e dei modi rudi con cui Ogun la trattava, lo lasciò per Shangò ma non prima di rubare i suoi strumenti di guerra e coltivazione. Li ha presi e li fece diventare simboli suoi, ecco perché oggigiorno vediamo gli stessi strumenti di Ògún appesi alla sua corona. Così la leggenda di Ọyà inizia nella terra degli Yoruba come amante e inseparabile compagna di battaglie di Sàngó oltre che come connazionale perché Ọyà è nata sulla terraferma Nupê / Tápà, proprio come Shango.

Senza di lei, Sàngó non avrebbe ottenuto nulla, si dice che il suo sguardo è così terribile che nessuno osa guardarla, la sua rabbia è devastante quindi va evitata a tutti i costi. Ọya e Şàngó sono così intimi che i loro sacerdoti sulla terra yoruba indossano abiti e indumenti rituali quasi identici, che siano essi lunghi o corti e dello stesso colore: rosso sangue.

Entrambi sono invocati cantando loro ad alta voce il chiamato Pìpè (l'invito). Queste due divinità hanno un'associazione molto forte con Egúngún e indossano le loro maschere; quella di Şàngó è di bronzo e quella di Ọyà di rame. Şàngó è il signore del fuoco, ma poiché Ọya conosceva anche lei il segreto, è allo stesso livello di lui. Così, ora e per sempre, Şàngó è rappresentato dall'onda del fulmine e Ọyà dalla scintilla. 

Ọyà è una difenditrice totale della giusta verità, implacabile con i disonesti tanto da essere chiamata anche Olóòdodo (La proprietaria della Verità / Sincerità).

Ọyà presiede i riti di Ètùtù (l'espiazione) in cui vengono strappate le stoffe dei riti funebri e si spaccano le ceramiche. Ọyà alla fine della sua vita sulla terra dopo la morte di Sango fu trasformata nel fiume Niger e divenne la madre di tutta l'Africa orientale.

Ọyà è la magica acqua che rende fertile la terra, il fiume dove il bufalo si disseta e fa il bagno sulle sue rive, dove gli uomini prendono i suoi pesci per nutrire le famiglie e gli alberi offrono danno riparo dal caldo torrido. Il suo nome significa, la fine della fame, della sete e dell'isolamento. 

Maferefun Oya !!!

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