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La Storia Lucumì: Oyà, la nona figlia

Oya Yansan, divinità di morte, vita e dei venti La terza figlia di Yembo e Oddua, nonchè la nona dei figli, non aveva niente da invidiare a sua sorella Oba Nani, Oyà ha portato la bellezza fisica al mondo. Oya aveva degli occhi ambrati dove, rotondi e molto espressivi. Quando le persone guardavano i suoi occhi, rimanevano assorti. Il suo aspetto ha anche portato un grandi conflitti tra gli orisha. Sebbene fosse di movenze femminili, aveva un forte temperamento e quando era costretta a farlo assumeva la personalità di un rude e impavido guerriero. Aveva l'anima di un uomo ed era coraggiosa come suo fratello Oggun. Oyà aveva una personalità che oscillava da le maniere dolci e rasserenanti alle più distruttive. Con la sua nascita il mondo così come lo conosciamo conobbe un punto di riferimento. Divenne lei stessa il respiro della vita ed il movimento dell'aria, compresi i grandi fenomeni atmosferici (uragani, tempeste e tornado). A fianco di sua madre Yembo potrebbe occasionare ur

Yemaya: tutto su Ibu Okoto

I tanti colori di Yemayà Ibu Okoto Da qualche giorno mi ronda in testa l'immagine di Ibu Okoto, la manifestazione di Yemayà che mi accompagna. Tutti credono di ricevere una copia perfetta di quella divinità che hanno i tuoi maestri, ma in realtà ricevi una versione diversa. Potrebbe essere uguale, ma non sempre funziona così. Ognuno di noi ha una carica energetica diversa che regola il carattere delle divinità ricevuta. Ogni tanto mi domando come la pensa la mia Yemayà, cosa gradisce, cosa ha fatto quando era in vita. E non mi resta che fare conto delle situazioni che lei ha difeso ai miei figliocci per capire come funziona la sua psique. Ed ecco un resoconto: appartiene al gruppo delle Yemayà guerriere, quindi pronta a mettersi in discussione per il piacere della adrenalina e di tendenze mascoline il che fa di lei una energia bilanciata. adora essere portata a passeggio, a conoscere nuovi posti, specialmente laghi e specchi di acqua.  molto curiosa ed è presente nei litigi t

Come omaggiare Oya e chiederle un favore

Oyà con miele e melanzane  Si può chiedere qualsiasi a Oyà  mentre le si offrono delle melanzane. Il servizio della foto mi è stato suggerito ieri notte da una sua sacerdotessa molto anziana, una signora di passaggio in Italia, a Brescia. Certo che c'è uno scopo dietro a questo modo di dividere la melanzana ma per ragioni di etica non potrò esporlo. Non tutto va svelato al grande pubblico.  Si prende la melanzana e si toglie con le dita la parte verde, poi si taglia quasi a metà e si continua a dividere finché abbiamo nove pezzi. Si mette la corona della melanzana al centro del piatto e gli altri pezzi attorno formando un cerchio, poi si cosparge il tutto col miele di api. Si toglie il coperchio della zuppiera e si appoggia il piatto sopra i sacri sassi della " madre di nove figli " mentre si chiede un favore.  Potrete chiedere qualsiasi cosa, dalla salute alla fortuna. Se  Oyà  è felice di avere questo addimù ce lo farà sapere molto presto. Ricordate che è lei la pi

Oyà e le melanzane

Oya o Iyansa con i suoi frutti favoriti, le melanzane Tra le cose che Oya ama di più troviamo le melanzane. Non alla parmigiana come siamo abituati da queste parti, ma crude. Anche se a dire la verità non ho ancora provato ad offrirle un piatto con una bella porzione della prelibatezza italiana conosciuta nel mondo intero. Abitualmente le sono offerte in numero di nove, dentro ad un cestello, oppure attorno la sua zuppiera e al suo interno. Si aggiungono dei fiori, profumo alla rosa ed una candela. Si parla davanti a lei dei problemi che ci affliggono e la dea dei venti non ci deluderà. Nove giorni dopo questa offerta si porterà al mercato, con nove centesimi. Si può portare anche nella foresta o nel posto che lei preferisca. Per saperlo le chiederemo con obi. Queste melanzane gliel'ho offerte una settimana fa. Spero tanto che sia soddisfatta.

Come Iyansa perse il suo unico amico

Oya, padrona del Cimitero Olofin avvertì a Iyansà di fare ebò. Un male era in arrivo, ma Iyansà non obbedì. Ogun si offrì a portarla da Orunmila. Ma lei disse che non andava da nessuna parte. Il suo nemico tentò mille modi di colpirla e annientarla, ma tutti i suoi tentativi fallirono. Alla fine fu dal agnello, che era buon amico di Iyansà, gli offrì del denaro per tradirla e lui accettò. "Vieni con me Iyansà, ti conviene. É necessario che tu vada avanti e vinca suoi tuoi nemici." Iyansà si fidava di lui. Salì sul carro e mentre si spostavano lui la legava. Lei si accorse ma siccome si fidava gli lasciò fare. Era un suo amico, l’abbiamo già detto, Oyà si fidava dell’agnello. Ma poco dopo si alzò il vento ed un turbine si formò in aria, si slegarono le corde che la tenevano ferma ed in un attimo capì tutto… lui la stava tradendo. Lo maledisse, e da quel lontano momento non mangia più le sue carni. Nota: questa leggenda appartiene al corpo letterario

Ayao, la sorella di Oya

Collana rituale di Ayao Ayaò si trova in quella categoria di orisha molto esclusivi. Speso la ricevono i figli diretti di Oya, sua sorella maggiore, e non tutti. Trovare un sacerdote di questa divinità e tanto speciale come trovare un sacerdote di Osain che non sia stato iniziato al culto di Orunmila: gli oloshas. Si dice che Ayaò sia figlia di Oduduwa ed è cresciuta insieme a Bromu. Lavora a stretto contatto con Osain e Iroko ragione per la quale ha un potenziale immenso quando si tratta di stregonerie e facoltà magiche. La si trova tra gli alberi o nei rami di Iroko (un albero magico africano), oppure nel occhio di un tornado, sempre in alto quasi come se volesse toccare le nubi. I suoi segreti si custodiscono dentro ad un zuppiera che va tenuta in alto, sopra un mobile, oppure sospesa per aria con delle catene. Sembra misterioso ma chi ce l’ha capisce perché non dovrebbe toccare mai terra: tutte le sue cerimonie vanno realizzate sopra di un tavolo. Come sua sorella, Aya

Oyá, la madre del caos

 Stamattina ho potuto sentire il potere di  Oyà . Stavo lavando le sue pietre di ogni residuo di un sacrificio che le avevo offerto ieri insieme ad una sua figlia, una Omo  Oyà  non ancora iniziata. Nel frattempo ho avuto qualche scambio verbale con qualcuno, un dialogo quasi litigioso, e all'improvviso é iniziato il temporale mattutino che ha devastato la zona dove abito. Tuoni, lampi, vento, grandine. Tutti i segni furiosi della dea. Ho finito di lavarla. L'ho profumata con acqua di rosa. L'ho pregata di stare calma, lei è la portatrice dei cambiamenti più tragici nella storia del mondo. Ho imparato che quando si sta vicino a lei non bisogna "stimolare" il suo istinto naturale. Oyà  viene definita "Madre del Caos", in quanto propiziatrice di cambiamenti e spesso di devastazioni; forse per questa ragione è considerata signora di quel  fuoco , che spesso tiene in mano nelle sue rappresentazioni. Inoltre è anche dea " guerriera ", patro