Passa ai contenuti principali

La corona di gombo, cibo degli orisha

La corona, nel mondo letterario degli orisha, non è la classica corona metallica tempestata di diamanti e brillanti dei racconti e delle fiabe che vediamo nei film della Disney. Alcuni la portano di tessuto, altri indossano dei copricapo fatti con delle conchiglie, alcuni preferiscono portare i capelli in un modo vistoso ed emblematico riservato solo alla loro carica di potere o decorare il capo con delle piume di papagallo grigio africano. Mentre alcuni come Obatalà, preferiscono indossare delle creazioni fatte con dei frutti. La effimera durata di una corona così fresca, non limita in alcun modo il suo significato. 
Gombo Okra Quimbombo
Il gombo non può mancare nel culto a Shango

Come quando Obatalà fece di Shangò il suo ambasciatore semplicemente mettendo sedici frutti di gombo (okra) sulla sua testa. Peccato che suo figlio con capisse subito la vulnerabilità di quel potere che pensava di avere... La prima parte di quella storia ce la racconta Obara tonti Obbara (6-6) mentre l'altra parte la troviamo in Obara tonti Unle (6-8) quando Oshun distrugge la vita di Shangò con una banale frase e ricordandogli che lui aveva conosciuto la nobiltà grazie a lei.

Shangò arriva alla terra Iyesà

C'è stato un tempo in cui Shango stava attraversando una brutto momento economico, era a corto di vestiti e persino di cibo. Un giorno incontrò Eleggua, il quale, vedendolo nello stato in cui si trovava, gli chiese cosa c'era che non andava in lui; Shangó gli ha raccontato cosa gli stava succedendo, ed Eleggua gli ha detto: "Io ti aiuterò, adesso andrò a trovare Obatala, in modo che possa aiutarti a superare queste difficoltà".

Eleggua arrivò a casa di Obatala e gli disse: "Papà, Shango è in una pessima situazione finanziaria e ha bisogno del tuo aiuto". Obatalá rispose: "Porta Shango alla mia presenza".

Quando Shango arrivò dov'era Obatala, suo padre gli disse: "Ti aiuterò a metterti in cammino". Obatala si tolse il mantello bicolore, bianco e rosso, i sandali e la corona che indossava, che era composta da sedici gombo, gli prestò il cavallo e gli diede una giara piena di burro di cacao e gli disse: «Va' nei villaggi a cercare fortuna, che tu vada con la mia benedizione." 

E così fece Shangó, se ne andò in groppa al destriero bianco di Obatala, vendendo burro di cacao nelle diverse città. Durante il viaggio arrivò in una città situata nella terra degli Yesà, dove c'era una giovane regina estremamente bella che governava. Quando Shangó entrò in quella città, vestito con l'elegante mantello bicolore che Obatalá gli aveva prestato, il cavallo bianco, i sandali lucenti e la corona di gombo, tutti i residenti credettero di essere in presenza di un re, quando queste voci arrivarono alle orecchie della regina, anche lei andò a salutare l'illustre visitatore.

Shango, vedendo questa donna bella e divertente, rimase profondamente colpito dalla sua bellezza. Quando lei lo vide e notò come la guardava così intensamente, si inginocchiò davanti a lui, che immediatamente scese da cavallo e disse: "Questo non può essere, quello che deve inginocchiarsi davanti a te sono io". E quando si inchinò davanti alla regina, la sua corona cadde. Oshun, questo era il suo nome, si tolse la corona e la mise su Shango, che vedendo questo gesto di Oshun, ricambiò mettendo sulla sua testa la corona di gombo, realizzando così il matrimonio tra i due. Shango si stabilì nel palazzo di Oshun, iniziando a governare in quella città.

Dopo un po' di tempo, Obatalá si ritrovò in una situazione un po' precaria, e ricordando il beneficio che aveva fornito a Shangó, ha chiamato Eleggua e gli ha detto: «Vai dove è Shangó e parlagli della crisi che sto attraversando, spero mi aiuterà.» 

Eleggua lo fece, andò a trovare Shango e gli raccontò cosa stava succedendo a Obatala. Dopo averlo sentito, Shango rispose: "Ho molti problemi nel mio regno, Obatala conosce le preoccupazioni che questo comporta, quindi non posso occuparmi di nessuno in questo momento".

Di ritorno a casa di Obatala, Eleggua gli raccontò esattamente quello che stava dicendo Shango. Obatala era infuriato, pieno di orgoglio, andò nella città dove regnava Shango ed irruppe nel palazzo, cantando:

Ayagguna warío Ayagguna warío
Ayagguna waletu letu warío pa mi oloro ke 
Ayagguna warío asho.

E dopo avergli cantato e detto: "Sei soltanto un ingrato", ed ha aggiunto: "Shango, finché il mondo sarà mondo tutti i tuoi figli dovranno fare i conti con me".

Commenti

I Post più popolari

Cinque preghiere di separazione e allontanamento

La vendetta è un desiderio di farsi giustizia generato da un impulso che segue al rancore o al risentimento. Nella mente del soggetto che intende vendicarsi esso ha subito un torto (sia esso reale o presunto, materiale o morale) e vuole (o ha bisogno di) "pareggiare i conti" punendo colui che intenzionalmente è stato causa della sua sofferenza o fastidio. È un comportamento esclusivamente umano presente in tutte le società anche passate, contraddistinto da un paradosso generato dal soggettivo senso di giustizia forse appagabile ed il biasimo sociale che lo accompagnerebbe.

Preghiere a Sant'Alessio per separare due amanti

Perché pregare Sant'Alessio? Di solito si ricorre a Sant'Alessio per ottenere l'allontanamento e la separazione di una persona, sia per motivi sentimentali, d'affari o semplicemente per inimicizia; ciò è probabilmente dovuto a un'errata interpretazione del suo nome in lingua spagnola, anche se nel corso dei secoli, questo santo ha risposto a migliaia di fedeli in questo senso, allontanando quelle persone che recavano danno alle loro esistenze. Tuttavia, cercare Sant'Alessio per questo scopo è alquanto limitativo del suo potere perché ha sempre dimostrato di fornire amore, comprensione e dedizione ai suoi fedeli e a quelli bisognosi di un approccio interpersonale e non una distanza. Sant'Alessio ha vissuto la maggior parte della sua vita da mendicante, dedicandosi ad aiutare questi e i malati, quindi è considerato Patrono dei malati e dei mendicanti. È conveniente quindi recarsi a Sant'Alessio come intermediario per ottenere miglioramenti nelle mal

Regole per invocare Papa Legba secondo la tradizione haitiana

Come invocare Papa Legba? Internet è piena di ricette e rituali per invocare l'aiuto di Papa Legba. Molti di essi scritti sotto l'influenza della fantasia e di immagini viste su prodotti cinematografici. La prima condizione per invocare  Papa Legba  è essere presentato a lui tramite un sacerdote del vodù (mambo o houngan, un divinò oppure un bokò), qualcuno che abbia conoscenza dei misteri per raggiungere questa energia. Detta presentazione consiste in una cerimonia propiziatoria nella quale prepari un banchetto per questo loa meraviglioso. Tutto va fatto con le tue mani, dall'accensione del fuoco allo spegnimento delle braci il giorno dopo. Tutto va supervisionato da chi ti farà da maestro e da integranti della comunità religiosa che possano presenziare tale evento e mangiare dalle prelibatezze preparate da te. Ci sono dei momenti inattesi che non scorderai mai.  Papa Legba si fa amare anche con le sue sorprese. Con il Vodu, si può fare di tutto. Qualsiasi cosa tu possa im