Rappresentante di savane, vallate, terre e campi coltivati. Fornisce vantaggi a coloro che ci lavorano. È di grande importanza per la stabilità e la prosperità degli esseri poiché offre loro fortuna in tutto il lavoro svolto sui terreni più difficili.
Orishaoko dà ai suoi seguaci stabilità nella vita, nella salute, nella vitalità, nella fecondità ed è spesso richiesto per lavoro, per tenere a bada la morte, per problemi di salute e per assistenza nel concepire un bambino.
È fortemente correlato a Ogun e Olokun. Viene dal territorio di Saki, a ovest di Oyò. È considerato l'arbitro delle controversie, soprattutto tra le donne, sebbene sia spesso il giudice delle controversie tra gli Orisha.
Ha due personalità, di giorno rappresenta l'uomo puro e perfetto, di notte si maschera da Iku (morte). Riceve i cadaveri che Yewà gli dà e quelli che Oyà gli manda attraverso Babalù Ayè. Vive anche sui tetti.
I suoi messaggeri sono le api, rappresenta anche la prosperità e la fertilità, ecco perché le donne sterili si rivolgono a lui per avere figli. Costituisce un'importante trilogia con Oke e Oghe, responsabile dei raccolti, delle piogge, del fuoco interno in grado di dividere la terra e gli animali.
È un gran lavoratore e custode di segreti, si dice che i suoi testicoli riescano a toccare per terra, a causa della sua castità di ferro.
Orisha Oko ci insegna i misteri della vita e della morte, poiché è lui che ci nutre nella vita, ma siamo noi che lo nutriamo alla morte quando i nostri corpi sono sepolti nella terra. C'è un pataki chiamato "Il patto tra Orisha Oko e Olofi" trovato nell'odu Irosun che ne parla.
Orisha Oko fu uno dei primi orisha a scoprire i suoi ashé (poteri) quando arrivarono sulla terra, ma era stanco di lavorare duramente tutto il giorno nei campi per nutrire l'umanità e gli orisha. Si è lamentato con Olofi del suo ingrato compito e Olofi ha spiegato che i suoi figli sono come le dita della mano, quando lavorano insieme sono più forti e fanno di più. Olofi ha promesso a Orisha Oko che ognuno degli altri orisha avrebbe scoperto il loro ashè e avrebbe contribuito al mondo in tempo, e che era compito di Orisha Oko lavorare nei campi e nutrire l'umanità. In cambio di questo lavoro, l'umanità avrebbe dato da mangiare alla terra quando sarebbero morti, seppelliti nel terreno. In questo modo, Orisha Oko viene premiato alla fine di tutte le cose per tutti i sacrifici per l'umanità. Facendo eco a questo mistero è un ebó che viene spesso eseguito in onore di Orisha Oko: nutrire la terra sacrificando animali e cibi. Questo significa una morte prematura e può essere segnato attraverso la divinazione quando Orisha Oko parla per avvertire un cliente che Ikù (morte) sta cercando una vittima da prendere.
Il nome di Orisha Oko significa "orisha del pene" o "orisha della fattoria" (a seconda del tono) e il suo santuario è notevolmente pieno di elementi fallici per richiamare questo simbolismo. Le due noci di cocco e il tassello rappresentano i genitali maschili e, in Africa, i suoi santuari sono spesso raffigurati con una grande roccia fallica o una scultura fallica venerata con offerte. La tegola in cotto, curva e dipinta, rappresenta la terra con solchi arati e viene utilizzata per posizionare le offerte a Orisha Oko. I suoi oggetti rituali sono dipinti di rosso e bianco per rappresentare la fertilità del sangue e del seme –i due fluidi della vita e del concepimento. Mentre Orisha Oko ara la terra, pianta il suo seme in profondità al suo interno e le colture per l'anno sono nate per nutrire tutta l'umanità.
Orisha Oko era sposato con l'orisha Yemayà Aganà ed è quella che molte persone considerano l'unione perfetta (di terra e di mare) nell'odu del dillogun Unle tonti Odi (8-7).
Orisha Oko può essere incoronato iniziando il sacerdote attraverso una cerimonia speciale chiamata "Yemaya oro Orisha Oko", sebbene in questi giorni l'iniziazione a Orisha Oko sia molto rara. L'associazione dell'agricoltura al lavoro forzato nei tempi della schiavitù ha fatto diminuire la popolarità della sua setta nel corso dei secoli. La maggior parte delle persone riceve Orisha Oko come orisha di addimù.
Anticamente, Orisha Oko era meno ricco di armamentario ed elementi mistici. Mio nonno aveva il suo Orisha Oko in un piatto su di un tavolino. In questo piatto c'era l'agricoltore con aratro e i due bue, e le due noci di cocco e un sasso sacro. Non c'era la terra ne andava messo fuori casa, in giardino, come è abituale oggi. Lui era Elegun Orisha Oko –entrava in trance con la divinità– e Orisha Oko non si lamentò mai del suo santuario domestico.
Orisha Oko è un uomo giudice delle cause legali tra i figli di Olofi, difensore delle leggi di Ifa addetto alla terra e per eccellenza custode dell'agricoltura.
Orisha Oko ha legami profondi con altri orisha all'interno della nostra religione. Orisha Oko è imparentato con Oduduwa, il primo Obatala maschio che vive nelle profondità della terra, Orisa Oko è il proprietario del suolo superiore e Oduduwa del suolo sottostante.
Generalmente va ricevuto da quelli di cattiva salute e quando viene fuori nel diloggun l'Odu Odì (7) o il più comune Oshè tonti Iroso (5-4) "se la pioggia che non cade, il mais no crescerà". Le somiglianze di Orisha Oko e Oduduwa sono le stesse di Olokun e Yemaya nel Odu Unle tonti Odi (8-7) "Obedì kakà Obedi lelè".
Con Joro Joro, che in realtà non è un Orisha Yoruba ma un'entità spirituale o lo spirito di Ode Aye (terra) con Aggaju e sua madre Oro Igna, Ogun, Osain e altri. Questo orisha dà la quarta stabilità: vita e morte sulla terra.
Orisha Oko era il marito di Yemaya, e patrigno di Shangò che viveva con questa coppia.
È stato Orisha Oko a chiedere a Obatala dopo avergli dato l'igname una concessione per Shangò, Obatala gli aveva detto chiedimi di cosa hai bisogno e te lo darò liberamente... e Orisha Oko gli chiese di dare i tamburi bata in dono a suo figlio Shangò e fu allora che Obatala concesse questo desiderio. Da allora Shango è il re del wemilere, della danza e delle feste.
A Cuba questo Orisha viene dato il nome di San Isidoro l'Agricoltore (santo del cattolicesimo) e viene celebrata la sua giornata il 15 maggio. Ad Haiti, nel vodu, viene associato a Kouzen Azaka, ed è sempre sincretizzato con San Isidoro l'Agricoltore.
Con Joro Joro, che in realtà non è un Orisha Yoruba ma un'entità spirituale o lo spirito di Ode Aye (terra) con Aggaju e sua madre Oro Igna, Ogun, Osain e altri. Questo orisha dà la quarta stabilità: vita e morte sulla terra.
Orisha Oko era il marito di Yemaya, e patrigno di Shangò che viveva con questa coppia.
È stato Orisha Oko a chiedere a Obatala dopo avergli dato l'igname una concessione per Shangò, Obatala gli aveva detto chiedimi di cosa hai bisogno e te lo darò liberamente... e Orisha Oko gli chiese di dare i tamburi bata in dono a suo figlio Shangò e fu allora che Obatala concesse questo desiderio. Da allora Shango è il re del wemilere, della danza e delle feste.
A Cuba questo Orisha viene dato il nome di San Isidoro l'Agricoltore (santo del cattolicesimo) e viene celebrata la sua giornata il 15 maggio. Ad Haiti, nel vodu, viene associato a Kouzen Azaka, ed è sempre sincretizzato con San Isidoro l'Agricoltore.
Si dice che Orisa Oko trascini i suoi enormi testicoli sul terreno stimolando così la crescita della la vegetazione.
Per dargli da mangiare un buco deve essere scavato per terra, il buco è dove vive Joro Joro dopo che gli è stato detto e gli è stato chiesto il permesso di essere nutrito, gli si mostra tutto ciò con cui sarà alimentato e poi vengono posti gli addimù nel buco mentre gli si canta.
Preghiera più comune a Orisha Oko:
"Moyuba Orichaoko afefe iraguo, afefe iku, afefe ia, afefe guaaguo, gali tinguaro arai goddo"
"Io saluto la divinità dei campi, il respiro della terra naturale, la vita da cui tutto nasce e mantiene sulla terra tutto ciò che respira, perché ha vita"
L'Orisha Ogun costruì l'aratro in modo che Orisha Oko potesse lavorare la terra, mentre l'Orisha Aganju uscì da Oro Igna –le viscere della terra– e portò a Ogun la fiamma per la sua fucina. Così Ogun preparò tutta la ferramenta necessaria al Orisha lavoratore dei campi.
L'unico errore che Orisha Oko abbia mai fatto si trova in un pataki di Unle tonti Odi (8-7) che dice:
Agganà era una sirena che fu donata a Orisha Oko da Olofin, come dono d'amore. Fu avvertito di non ridere dei suoi difetti, altrimenti si sarebbe offesa. Invece ogni tanto rideva della figlia di Olokun per non avere dei piedi, ma una coda di pesce.
Infuriata, andò da Olookun e gli disse che Orisha Oko la offendeva ridendo della sua coda e in difesa dell'onore delle sue figlie, Olookun inviò un'ondata d'inondazione per distruggere tutto ciò che Orisha Oko aveva piantato oltre ad abolire il loro matrimonio.
Quel che è certo è che Orisha Oko parla attraverso il "caracol" di Yemaya, fino a quando il suo non viene consacrato e va consultato nella stuoia sacra.
Lamberto Sama (Ogun Tolle), ibae, diceva: quando si chiama il nome di Shango si sollevano le natiche in segno di saluto. Ma quando si chiama il nome di Orisha Oko si sollevano i glutei da un lato, quindi l'altro e si dice quanto segue:
Il fuoco che non mi tocca, non da una parte o dall'altra. Ed è questa la mimica che si fa quando viene fuori l'Odun Eyila Shebora (12) nel diloggun.
Quel che è certo è che Orisha Oko parla attraverso il "caracol" di Yemaya, fino a quando il suo non viene consacrato e va consultato nella stuoia sacra.
Lamberto Sama (Ogun Tolle), ibae, diceva: quando si chiama il nome di Shango si sollevano le natiche in segno di saluto. Ma quando si chiama il nome di Orisha Oko si sollevano i glutei da un lato, quindi l'altro e si dice quanto segue:
Il fuoco che non mi tocca, non da una parte o dall'altra. Ed è questa la mimica che si fa quando viene fuori l'Odun Eyila Shebora (12) nel diloggun.
Yemaya con rancore verso Orisha Oko
dal Oddun Unle tonti Odi (8-7)
Orisha Oko era più grande di Shango (entrambi si comportavano come fratelli), decisero di uscire insieme per girare il mondo, ma Orisha Oko si ferì una gamba perché non aveva fatto ebbo prima di andarsene in viaggio.Shangò con la sua grande forza decise di trasportarlo sulle spalle e continuare a camminare con lui.
La guerra arrivò e Shango credette che sarebbe dovuto andare, così lasciò Orisha Oko nella terra Irawo e partì per il combattimento.
Orisha Oko si dedicava alla semina, alla preparazione delle colture, alla realizzazione di capi di abbigliamento, e faceva regali di Ishu, Awado ed Epo a Oya, la proprietaria della piazza e del mercato.
Gli abbondanti raccolti permisero di rifornire l'esercito di Shango, cosa che gli guadagnò molta ammirazione e ammiratori, fino a quando giunse il momento in cui Shango non aveva più terra da conquistare e la guerra dovette finire.
Ogni volta che i cittadini dei diversi popoli vedevano arrivare Shango, dicevano: Stai attento, la guerra sta tornando! e si nascondevano, la reputazione del suo coraggio era ben nota.
Un giorno Shango, non trovando più un avversario, decise di tornare nella città di Irawo. All suo arrivo vide come si teneva un grande tributo nella piazza, pensò che fosse per lui, ma subito scoprì che era per Orisha Oko.
Yemayá che odiava Orisha Oko, perché l'aveva gettata da un lato dicendo che era una strega e aveva ucciso la suo adie oriya (gallina grigia), che era la base delle sue stregonerie, iniziò a spingere Shango contro Orisha Oko.
Quando l'omaggio era al culmine, arrivò Shangò e quando vide Orisha Oko disse a tutti in piazza che non avrebbero dovuto rendere omaggio a uno come lui così tanto pigro. Lui stesso aveva dovuto portarlo sulle sue spalle fino a qui.
Orisha Oko rispose: "Non so che succede, fratello. La tua esibizione mi offende, fratello mio! In primo luogo, perché sono più vecchio e in secondo luogo, non devo farti vedere che senza il cibo che invio al tuo esercito, non avresti potuto vincere la guerra.
Shango, furioso, alzò la mano e abbatté Orisha Oko, poi Ogbe Di che era Awo di quella città, disse a Shango:
–Sei ingiusto, hai portato Orisha Oko in spalla non per la sua pigrizia, ma per una ferita che aveva nel tallone e nel ginocchio, per colpa di quel ebbo che non ha fatto.
Dopo averlo lasciato qui da noi, ha fatto ebbo e da allora ha il suo bastone degli antenati e in seguito ha combattuto per te, lavorando giorno e notte, per nutrire te, il tuo popolo e il tuo esercito.
Shangò, pieno di imbarazzo, abbracciò suo fratello, chiese perdono e disse:
– In modo che si sappia che sei proprio come me, forte e potente, ti do questo.
Orisha Oko si dedicava alla semina, alla preparazione delle colture, alla realizzazione di capi di abbigliamento, e faceva regali di Ishu, Awado ed Epo a Oya, la proprietaria della piazza e del mercato.
Gli abbondanti raccolti permisero di rifornire l'esercito di Shango, cosa che gli guadagnò molta ammirazione e ammiratori, fino a quando giunse il momento in cui Shango non aveva più terra da conquistare e la guerra dovette finire.
Ogni volta che i cittadini dei diversi popoli vedevano arrivare Shango, dicevano: Stai attento, la guerra sta tornando! e si nascondevano, la reputazione del suo coraggio era ben nota.
Un giorno Shango, non trovando più un avversario, decise di tornare nella città di Irawo. All suo arrivo vide come si teneva un grande tributo nella piazza, pensò che fosse per lui, ma subito scoprì che era per Orisha Oko.
Yemayá che odiava Orisha Oko, perché l'aveva gettata da un lato dicendo che era una strega e aveva ucciso la suo adie oriya (gallina grigia), che era la base delle sue stregonerie, iniziò a spingere Shango contro Orisha Oko.
Quando l'omaggio era al culmine, arrivò Shangò e quando vide Orisha Oko disse a tutti in piazza che non avrebbero dovuto rendere omaggio a uno come lui così tanto pigro. Lui stesso aveva dovuto portarlo sulle sue spalle fino a qui.
Orisha Oko rispose: "Non so che succede, fratello. La tua esibizione mi offende, fratello mio! In primo luogo, perché sono più vecchio e in secondo luogo, non devo farti vedere che senza il cibo che invio al tuo esercito, non avresti potuto vincere la guerra.
Shango, furioso, alzò la mano e abbatté Orisha Oko, poi Ogbe Di che era Awo di quella città, disse a Shango:
–Sei ingiusto, hai portato Orisha Oko in spalla non per la sua pigrizia, ma per una ferita che aveva nel tallone e nel ginocchio, per colpa di quel ebbo che non ha fatto.
Dopo averlo lasciato qui da noi, ha fatto ebbo e da allora ha il suo bastone degli antenati e in seguito ha combattuto per te, lavorando giorno e notte, per nutrire te, il tuo popolo e il tuo esercito.
Shangò, pieno di imbarazzo, abbracciò suo fratello, chiese perdono e disse:
– In modo che si sappia che sei proprio come me, forte e potente, ti do questo.
Shangò cominciò a calciare il terreno e coprirlo di fulmini, dando a Orisha Oko una Odu Arà in segno di potere e alleanza.
Da allora Shango riconosce Orisha Oko come suo simile e usa Odu Ara.
Da allora Shango riconosce Orisha Oko come suo simile e usa Odu Ara.
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