L'aria era calda e appiccicosa. Il sudore salato le bruciava gli occhi e sollevò un braccio fitto di sudiciume con un panno per asciugarsi la fronte. Nella sua mano libera afferrò un coltello; le sue nocche erano cenere, lo teneva così stretto.
Il suo stomaco brontolò; tremò, indebolita dalla fame e sopraffatta dalla paura. Eppure sapeva che erano affamati quanto lei. Raccogliendo le sue forze, frusciò e scosse i rami degli alberi bassi. Diede un calcio ai ramoscelli e le foglie facevano rumore; non era molto rumore, ma sapeva che era abbastanza per attirare il leopardo.
E così fu.
Silenziosamente la perseguitò mentre inciampava nel sottobosco; ma sapeva che era lì. Si calmò e si preparò per l'attacco. Le venne incontro, una bestia ringhiante e affamata che volava in aria.
Per istinto, senza pensarci, sollevò l'avambraccio sinistro e sentì le mascelle potenti serrarsi. La spessa tela le proteggeva il braccio ma non del tutto, e sentì denti affilati che le sfioravano la pelle. Il leopardo la fece rotolare a terra, e la morse un po' più forte, ma lei sprofondò il coltello nel suo petto morbido, torcendolo con forza mentre lei stessa emise un grido primordiale. Sentì squarciare la carne e il suono disgustoso del metallo che raschiava l'osso. Del sangue caldo le schizzò sul viso.
La mascella si allentò mentre il leopardo giaceva sopra di lei, morto.
Ci volle tutta la sua forza, ma lei fece roteare l'animale da sé; e lei si alzò, tremante. Con attenzione srotolò il tessuto dall'avambraccio e vide che i denti le foravano appena la pelle, e sorrise. Canticchiava mentre scuoiava la bestia e lasciava scivolare le interiora dalla sua carne. Con cura, confezionò la carne fresca nella pelle di leopardo e la portò a casa, ai suoi figli.
Oshun si sentì forte, potente; e sorrise, perché anche senza un uomo, i suoi figli avrebbero mangiato bene quella notte.
Ricorda e rispetta tua madre –di tutte le donne del mondo, non esiste donna più potente di lei.
Questa leggenda viene raccontata ai devoti quando viene fuori nel diloggun il segno chiamato Oshè tonti Eyilà (5-12). Parla del sacrificio che fa una madre per allevare i propri figli, arrivando al punto di rischiare la propria vita. Questa è Oshun, cacciatrice e madre, portatrice di morte pur di difendere i propri figli. In questo caso, se 5-12 vienen in Ità di Oshun, bisogna avere una lancia ed un coltello vicino la sua zuppiera.


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