Il melograno è uno di quei frutti che raramente conquista il palato popolare -almeno a me non piace tanto. Nessuno si alza il mattino pensando: “oggi voglio togliermi questa voglia, mangerò tanti melograni”. Quei pensieri di gola li abbiamo quando ci viene in mente un cocomero, un mango profumato o le pesche di stagione. Invece per quanto riguarda Shangò, l’orisha del fuoco, questo è uno dei migliori sacrifici che puoi fare per lui in qualsiasi momento dell’anno.
Comincerò dandoti qualche spiegazione su questo frutto, per capire meglio la sua simbologia. Il suo ammiratore numero uno è Obatalà. In primo luogo perché all’interno è fatto di numerosi semi, come quasi tutti i frutti a lui dedicati, ma anche perché ricorda il cervello umano. Questo dettaglio ti dice qualcosa? Obatala è l’artefice del cervello umano, è stato lui a dare un senso logico alle cellule che lo creano in modo di farci vivere come esseri intelligenti.
Inoltre, il melograno ha una fase in cui si apre da solo, crea una ferita nella sua buccia per fare vedere i suoi semini rossi e succosi pronti per la raccolta, come a dire “guarda, io sono più che maturo”. Invece simbolicamente questa fase del melograno se usata con la magia di Obatalà attira le sue attenzioni guaritrici e fa ricomporre una mente malata. Ma per quedto momento ci vorrebbe un altro articolo.
Per quanto riguarda Shangò non c’è bisogno di scendere nel dettaglio. Lui è molto più schietto ed obbiettivo, essendo il dio della guerra è sempre bellicoso. Appena vede il rosso dei suoi frutti gli viene in mente il sapore del vino rosso e la gioia di una festa. Ed è questo che farai per stimolare in lui la sua bontà, farlo vibrare in una frequenza festaiola e di messa in scena delle sua qualità e pregi maschili.
Andrai a sfruttare queste sue debolezze usando ciò che il mercato globale ti da: melograno tutto l’anno nei migliori supermercati, direttamente da Israele. Facendo questo rituale e parlando nel modo giusto a “il re del palazzo, Alafin” avrai vinto tutte le battaglie in partenza. La battaglia che lui non riesce a vincere, le fa finire in pareggio.
Inoltre, il melograno ha una fase in cui si apre da solo, crea una ferita nella sua buccia per fare vedere i suoi semini rossi e succosi pronti per la raccolta, come a dire “guarda, io sono più che maturo”. Invece simbolicamente questa fase del melograno se usata con la magia di Obatalà attira le sue attenzioni guaritrici e fa ricomporre una mente malata. Ma per quedto momento ci vorrebbe un altro articolo.
Per quanto riguarda Shangò non c’è bisogno di scendere nel dettaglio. Lui è molto più schietto ed obbiettivo, essendo il dio della guerra è sempre bellicoso. Appena vede il rosso dei suoi frutti gli viene in mente il sapore del vino rosso e la gioia di una festa. Ed è questo che farai per stimolare in lui la sua bontà, farlo vibrare in una frequenza festaiola e di messa in scena delle sua qualità e pregi maschili.
Andrai a sfruttare queste sue debolezze usando ciò che il mercato globale ti da: melograno tutto l’anno nei migliori supermercati, direttamente da Israele. Facendo questo rituale e parlando nel modo giusto a “il re del palazzo, Alafin” avrai vinto tutte le battaglie in partenza. La battaglia che lui non riesce a vincere, le fa finire in pareggio.
Shangò, orisha di guerra |
Vincere le tue battaglie insieme a Shangò
Di cosa avrai bisogno per questo rituale:- Shangò, l’orisha (non una stampa, non una statuetta)
- 6 melograni
- Un piatto grande, bianco
- Vino bianco, fermo
- Miele di api
- Due candele bianche
- Un panno rosso, in puro cotone
- Come in tutti i rituali avrai bisogno di portare l'Orisha sulla stuoia, in questo caso Shangò. Portaci sulla stuoia anche Oghe, il suo guardiano.
- Scoprirai la sua zuppiera o "batea", verserai l'acqua per terra e mentre suoni la sua maraca reciterai la mojugba propiziatoria. Infine, dirai a Shangò cosa stai per fare ed elencherai ad alta voce cosa gli stai presentando.
- Sempre sulla stuoia, davanti Shangò, metterai il piatto e sopra dovrai appoggiare i sei melograni
- Sopra questi melograni dovrai spruzzare un po' di vino bianco e poi verserai del miele d'api.
- Accendi le tue due candele ai lati di Shangò e parlagli della battaglia che stai affrontando e di come vuoi uscirne vittorioso grazie a lui.
- Il giorno dopo, prendi quei melograni e avvolgili nel panno roso. Lascerai il panno con i melograni ai piedi di un grande Alloro.
Come vedi, nel culto degli Orisha ci vuole poco per ottenere il loro sostegno. Il più delle volte saranno loro a presentarci la soluzione prima che gli chiediamo aiuto. Quando avrai risolto questo problema, sarebbe utile a rafforzare il tuo legame con questo orisha un' offerta di "ebò eyè" ossia dargli da mangiare qualcosa che piace a lui, o un agnello o semplicemente un bel gallo con tanto epò e awadò.
Obatalà, orisha di pace |
Nota importante:
Questo rituale puoi farlo esattamente come descritto ma davanti Obatala. Tutto dipende dal rapporto che hai con lui. Certo, dovrai chiedere a Babà se vuole il panno bianco, ma conoscendolo bene, è probabile che scelga il rosso. Obatala non è così acqua di rose come pensa la gran parte delle persone. Nel profondo del suo cuore anziano ospita ancora l’energia esplosiva che diede vita alla razza umana. Per ringraziarlo basterà l’eyè di due galline bianche e due colombe.
Ricorda: “il Santo che non lavora, non mangia”…
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