All'inizio c'era solo Orima o Aima, il regno oscuro di Èsù. Sopra questo mondo c'era una piccola cupola trasparente che conteneva un nucleo di luce, aria, acqua e spazio, il regno di Olódùmarè.
Un giorno Olódùmarè decise di espandersi e ordinò alla luce di esplodere dicendo: "o no yoo", illuminando così l'oscuro mondo di Orima. Èsù, contrariato, alzò la testa e chiese: "Chi sei?" Olódùmarè rispose: "Io sono Olódùmarè e ho osservato che l'oscurità che ci circonda non fornisce una base per sostenere la pienezza dell'esistenza. Per questo motivo, creerò la luce affinché la vita possa fiorire ed espandersi". Èsù rispose affermando di essere il proprietario del vasto spazio oscuro, ad eccezione di un minuscolo granello di luce che apparteneva a Olódùmarè. Pur accettando che l'oscurità non prevedeva lo sviluppo organico della vita, questa sarebbe stata sempre presente sotto la luce brillante.
Dopo aver raggiunto questo accordo, Olódùmarè continuò la sua opera creativa e fece nascere piante, animali e divinità. Fu allora che Èsù proclamò: "Ogni tipo di vegetazione che fiorisce sotto il manto della luce diventerà il mio terreno di lavoro, e ogni essere creato nella vastità dello spazio diventerà il mio servitore". Questa affermazione ha influenzato la vita degli esseri umani da tempo immemorabile, e la sua mancata comprensione fa sì che gli esseri umani spesso sbaglino di fronte al male. Olódùmarè non ha creato il male, ma non può impedire a Èsù di sviluppare la sua strategia. Solo riconoscendo l'esistenza del male si può evitare che l'eterna lotta tra bene e male continui. Questo conflitto è stato chiamato antagonismo tra Èsù e Olódùmarè.
Secondo il credo Yorùbá, è dimostrato che Èsù non è un prodotto della creazione di Olódùmarè. L'idea che Èsù e Olódùmarè siano in conflitto ha influenzato la vita degli esseri umani fin dall'antichità e la mancanza di comprensione di questa dualità ha portato gli esseri umani a commettere costantemente errori di fronte al male. Olódùmarè non ha creato il male e non può impedire a Èsù di sviluppare la sua strategia. Solo riconoscendo l'esistenza del male si può evitare che l'eterna lotta tra bene e male continui. Secondo il credo Yorùbá, è evidente che Èsù non è un prodotto della creazione di Olódùmarè.
Èsù simboleggia l'infinita oscurità dell'Universo, motivo per cui è sempre associato all'intangibile. Pur sapendo che esiste, non possiamo vederlo nell'oscurità. L'incapacità di Èsù di creare diventa la causa della sua associazione con le forze negative. Sebbene Olódùmarè non possa eliminare questa energia negativa, perché è il suo antagonista, fa appello all'intelligenza delle sue creature affinché non si arrendano ad essa.
L'influenza negativa di Èsù colpisce tutti allo stesso modo, anche le divinità. Prima che le prime duecento divinità fossero inviate da Olódùmarè a popolare la terra, Èsù le manipolò e decise di scendere sulla terra come duecentounesima divinità. Tuttavia, Èsù era notevolmente diverso dalle altre divinità, poiché non era stato creato da Olódùmarè e non si comportava come gli altri. Non era nemmeno dotato di uno strumento divino donato dal Creatore. Nonostante tutte queste differenze, i miti trattano la sua origine in modo simile alle altre divinità, come se fosse uno di loro.
Talvolta nella religione Yoruba, Èsù è considerato la prima particella di vita differenziata creata da Olódùmarè. La parola Èsù significa "sfera" e rappresenta l'infinito, il movimento permanente. Èsù è il messaggero degli Òrìsà; è l'intermediario tra gli uomini e gli Òrìsà. È il comunicatore permanente tra Aiyé (a volte tradotto erroneamente come il mondo in cui viviamo) e Òrún (al di là, dimora dell'Òrìsà, a volte tradotto erroneamente come cielo). Ma da quello che abbiano detto prima, Èsù è la materia oscura, il buio, l'instancabile burlone che gioca con il destino degli essere viventi.
La rappresentazione più docile di Èsù, nella santeria afrocubana, è Elegba, di cui si conoscono svariate manifestazioni il cuoi comune denominatore è il nome Eshu.
Eshu Alawana o Alagbana è ovunque. Vive solitario nei luoghi bui e inospitali della boscaglia o della savana. È il capo degli eggun, con i quali commercia ampiamente. Rappresenta la disperazione e la sfortuna.
Eshu Alawana è il più piccolo degli Elegba e accompagna molto Oggùn. È considerato il proprietario di tutti i tipi di catene, oltre che dello scarabocchio di guava. È un grande stregone, ha la capacità di liberare dalla prigione, viene invocato con lo scarabocchio di guava.
Commenti
Posta un commento