Pulire l'aura è una routine di cui avrai bisogno quotidianamente. Oltre alle abitudini precauzionali di pulirti con una candela prima di accenderla ai tuoi Orisha, oppure di profumare il tuo corpo con le creme e i profumi che avrai avuto l'accortezza di tenere insieme a Oshun, ci sono dei metodi più appropriati per sradicare quelle energie negative che si sono accumulate piano piano senza che te ne sia accorto. Molto spesso capita a chi si occupa di assistere le persone e di mettere in gioco le proprie risorse energetiche, come ad esempio coloro che fanno massaggi, percorsi terapeutici-olistici ed anche i sacerdoti religiosi (paleros, santeros) che pur di procedere nel loro lavoro assistenziale, dimenticano le proprie necessità.
Esistono dei metodi molto più blandi come nuotare in mare, nuotare nelle acque di un fiume ed approfittare del potere rinnovativo delle acque di Oshun e Yemayà oppure semplicemente dedicare un po' del tuo tempo alla meditazione. Ma se ti arriva la pesantezza, senti che ti sei bloccato energeticamente ed è pieno inverno, ti butterai nell'acqua? Ho i miei dubbi.
Ecco una soluzione veloce, efficace e di reciproco scambio tra te ed Eleggua.
Pulire il tuo astrale con un pesce ed Eleggua
Cosa ti servirà:
- Pesce piccolo
- Sacchetto di carta o della carta marrone
- Olio di palma
- Miele d’api
- Jobo
- Gin
Ecco la procedura del rituale di pulizia:
- Prendi il pesce, non troppo grande, e cospargilo con miele e olio di palma.
- Mettilo dentro il sacchetto di carta —o avvolgilo nella carta marrone che troverai.
- Ti pulirai il corpo davanti a Eleggua e glielo metterai nel suo vassoio.
- Ripeterai questa pulizia durante altri due giorni con lo stesso pesce chiedendo a Elegbara di pulire il tuo astrale per farti recuperare l’energia di un tempo.
- Il terzo giorno porta questo sacchetto con il pesce al mare e chiederai a Yemayà e Olokun che si prendano loro tutta la negatività che ti sei portata dietro per tanto tempo e che ora è dentro quel pesce. Se non sei vicino il mare, lo puoi fare nel fiume, chiedendo Oshun di portare in mare quella commissione.
Una volta arrivato a casa prenderai foglie di Jobo e se non c’è l’hai puoi usare in alternativa foglie del Platano. Rompi queste foglie in acqua fino che sarà diventata verde. Ci aggiungi del gin, un pó di miele d’api e farai un bagno dalla testa fino ai piedi con quest’acqua.
Ora potrai cominciare una nuova vita, con più leggerezza e con la tua aura ripulita.
Il giorno dopo questi pezzi magici vengono nutriti con il sangue di un gallo, olio di palma e poi fatti riposare nuovamente nel omiero fatto con le foglie di Jobo alla luce di una candela.
Il Jobo viene utilizzato anche per guarire i pazzi, ma è un lavoro che fanno solo i "mayomberos". Per questo scopo useranno del Jobo la radice, un pezzo di corteccia e qualche foglia. Verrà fatto bollire insieme a qualche altro ingrediente un sette tazze di acqua fino a farle diventare tre. Il malato ne berrà una il mattino, una a mezzogiorno e una la sera. Già alla terza tazza sentirà un sapore diverso (segnale che sta recuperando la mente) e si rifiuterà di bere.
I frutti del Jobo, che somigliano tantissimo quelli della ciruela (una pianta di Oshun) piacciono molto a Shangò insieme al Dragon Fruit (Pitahaya) ed il Zapote (mamey).
Il bagno con solo le foglie dissolve qualsiasi fattura o stregoneria che sia stata pestata coi propri piedi, certe volte si è distratto e si pesta per sbaglio una polvere magica o un lavoro lasciato sulla strada. Se si vuole essere ancora più certi dell’effetto al bagno si aggiungono foglie di Rompe Zaragüey, Pignon Botija e Cedro Verde.
All’ariete che si sacrifica a Shangò gli si danno alcune foglie di Jobo prima di entrare nella stanza degli Orisha. Lui le mangia e accetta il suo destino. Si dice che il sapore di questa pianta, aiuti l’animale a sentirsi identificato con la sua missione.
Ora potrai cominciare una nuova vita, con più leggerezza e con la tua aura ripulita.
Perché è consigliato usare il Jobo in questo lavoro?
Il Jobo (Spondias mombin, Lin.) è un albero specialmente amato da Shangò. Con le sue foglie vengono battezzate le sue pietre sacre ma anche i suoi fetiches. Anche in questo caso si frantumano in acqua, si aggiunge acqua di cocco e poi in quell’acqua si fa dormire la notte qualsiasi cosa del Dio del fuoco.Il giorno dopo questi pezzi magici vengono nutriti con il sangue di un gallo, olio di palma e poi fatti riposare nuovamente nel omiero fatto con le foglie di Jobo alla luce di una candela.
Il Jobo viene utilizzato anche per guarire i pazzi, ma è un lavoro che fanno solo i "mayomberos". Per questo scopo useranno del Jobo la radice, un pezzo di corteccia e qualche foglia. Verrà fatto bollire insieme a qualche altro ingrediente un sette tazze di acqua fino a farle diventare tre. Il malato ne berrà una il mattino, una a mezzogiorno e una la sera. Già alla terza tazza sentirà un sapore diverso (segnale che sta recuperando la mente) e si rifiuterà di bere.
I frutti del Jobo, che somigliano tantissimo quelli della ciruela (una pianta di Oshun) piacciono molto a Shangò insieme al Dragon Fruit (Pitahaya) ed il Zapote (mamey).
Il bagno con solo le foglie dissolve qualsiasi fattura o stregoneria che sia stata pestata coi propri piedi, certe volte si è distratto e si pesta per sbaglio una polvere magica o un lavoro lasciato sulla strada. Se si vuole essere ancora più certi dell’effetto al bagno si aggiungono foglie di Rompe Zaragüey, Pignon Botija e Cedro Verde.
All’ariete che si sacrifica a Shangò gli si danno alcune foglie di Jobo prima di entrare nella stanza degli Orisha. Lui le mangia e accetta il suo destino. Si dice che il sapore di questa pianta, aiuti l’animale a sentirsi identificato con la sua missione.
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