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Il culto dei morti nel Vodu Haitiano

Culto dei morti ad Haiti
Il culto dei morti ad Haiti, cerimonie a cielo aperto 

I morti, dopo i loa e i Marassa (i Gemelli), sono la terza categoria di essere soprannaturali oggetto di culto. Prima che un defunto sia promosso al rango di genio tutelare e divenga a sua volta un loa (o un djab, cosa molto comune negli attuali Caraibi: Cuba, Haiti e Giamaica, non tutti gli antenati raggiungono il punteggio necessario per arrivare allo status di Loa e rimangono allo stadio evolutivo di demoni), la famiglia deve compiere varie cerimonie, generalmente scaglionate in diversi anni. Gli usi funerari della classe contadina haitiana sono estremamente complessi. Accanto a riti e tradizioni presi dalla liturgia cattolica e osservati molto scrupolosamente, comportano una quantità di pratiche dettate dalla paura degli spettri e il desiderio di allontanare il morto il più in fretta possibile. A rigor di termine queste misure cautelative non fanno parte del vodu come sistema religioso; sono piuttosto precauzioni magiche la cui origine esatta è difficile stabilire e che, in larga misura, sono comuni al folklore europeo e africano. Il rituale funebre è molto più ricco, e anche molto più rigido, quando il morto era un iniziato con un certo grado nella confraternita vodu.

A descrivere unicamente le cerimonie funebri vodu, trascurando od omettendo quei riti che, pur senza alcun rapporto evidente con il culto dei loa, sono obbligatori per tutti i morti, siano essi stati voduisti, cattolici o protestanti, si commetterebbe certamente un arbitrio. Le chiese cristiane tollerano molti usi pagani, sia perché ne ignorano l'origine, sia perché non osano opporsi a tradizioni fortemente radicate nella vita del popolo.

La paura ispirata dai morti è così viva che i parenti non oserebbero mai, con alcun pretesto, sottrarsi ai doveri che la tradizione esige. La famiglia più povera non esiterà a sacrificare le ultime risorse, pur di assicurare le più belle cerimonie funebri a uno dei suoi membri. Queste spese non si giustificano solo con la preoccupazione del "cosa dirà la gente", ma sono motivate da ragioni più profonde.

Magia ai piedi del Baron Samedi 

Tombe e cimiteri

Ogni cortile –gruppo di capanne occupate da una famiglia numerosa– possiede il proprio cimitero, nel quale vengono sepolti tutti i membri del parentado, termine preso nel suo senso più ampio poiché comprende gli affini, le concubine e, a volte, persino gli amici intimi. Questi cimiteri sono dominati da enormi croci, rappresentanti Barone Samedi.

I contadini ci tengono moltissimo a riposare accanto ai membri della propria famiglia, ragione per cui fanno grossi sacrifici per riportare al villaggio i cadaveri di chi è morto lontano da casa. Il terreno occupato dal cimitero di famiglia è proprietà indivisa e non può essere alienato. Quando una famiglia è obbligata a vendere le terre, il contratto prevede che conservi il cimitero e il diritto di seppellirvi i propri congiunti.

Costruire una bella cripta per un parente è dovere assoluto, che deve essere compiuto sotto pena di un castigo soprannaturale. Molti si privano per anni del necessario per realizzare quest'ambizione.

É fare atto di pietà nei confronti dei morti, e attirarsi la loro benevolenza, l'imbiancare le tombe quando le intemperie le abbiano sciupate, come pure lo strappare le erbacce che le ricoprono. Questo dovere incombe tutta la parentela, ma ogni ramo della famiglia si occupa dei suoi morti. I capifamiglia, inoltre, hanno l'obbligo di vegliare sulle tombe degli antenati più lontani.


Ghedé che si manifesta con il volto dipinto di bianco

La sorte dell'anima dopo la morte

Non bisogna aspettarsi di trovare la minima coerenza nelle nozioni vaghe e contraddittorie riguardo al destino dell'anima dopo la morte. Benché ogni individuo porti in se due anime (o una sola divisa in due parti), il "Grande angelo buono" e il "Piccolo angelo buono", che hanno ciascuna una sorte differente, nella realtà tale distinzione viene dimenticata. Si parla del morto come se questi sopravvivesse a se stesso sotto forma di un'anima disincarnata.

Dalla tradizione contadina risulterebbe che "il Piccolo angelo buono" lascerebbe la terra solo il nono giorno dopo il trapasso, ossia dopo le "ultime preghiere". Sarebbe lui a presentarsi davanti a Dio per rendergli conto dei peccati di colui o colei di cui era stato custode. "Il Grande angelo buono" verrebbe invece identificato con i fantasmi. Non si allontana che a malincuore dai luoghi frequentati durante la vita e si attarda nella camera ardente.

Il morto non importuna i vivi se non quando questi abbiano manifestato negligenza nei suoi confronti, non abbiano portato il lutto, non gli abbiano ritirato i loa dalla testa o tardino troppo nell'edificare una sepoltura degna di lui. Si manifesta in sogno ed espone le sue lamentele; a coloro che non tengono conto dei suoi avvenimenti, invia un "castigo". La persona che è morta, vittima della vendetta di uno spirito, ne avverte ai suoi parenti e domanda loro di saldare il debito se vogliono, a loro volta, evitare la collera del loa

Vicino ai cimiteri e nei luoghi solitari si rischia di incontrare gli zombi (da non confondere con gli zombi di carne e ossa): sono le anime erranti di colori i quali, periti in seguito ad un incidente, sono condannati a restare sulla terra per tutto il tempo che Dio loro aveva assegnato da vivere. Questa sarebbe anche la sorte delle nubili morte vergini. Per paura delle terribili avventure che minacciano le giovani vergini nell'oltretomba si chiede a colei che lava il cadavere di deflorarlo prima del seppellimento. A questo prezzo si evita che le vergini vengano violentate da loa temibili, quali Barone Samedi o altri membri della famiglia dei Ghedé.

É destino di tutti quelli che hanno praticato il vodu di sparire per almeno un anno e un giorno in un corso di acqua. Dopo qualche anno provano il bisogno d'uscirne. Avvertono allora in sogno i parenti che è venuto il momento di ritirarli dall'acqua. La loro nostalgia della terra è tale che se il parente al quale si rivolgono non ascolta la loro richiesta, gli mandano una grave malattia, dalla quale non guarirà che compiendo le cerimonie richieste. Siccome il wété mò nà dlo (togliere i morti dall'acqua) è un'operazione rituale lunga e costosa, molte famiglie si accordano con un sacerdote affinché questi compia una cerimonia collettiva in favore di defunti, dei quali si fornisce la lista. Non si tratta solo di ripescare le anime dall'acqua, ma di trasferirle in un santuario dove si trasformeranno in loa protettori.


Offerte ai morti

Le offerte che si tributano ai morti in occasione di cerimonie religiose dette "mangiare dei morti", consistono in alimenti che devono essere cotti senza sale e preparati solo da uomini – a Cuba, invece, basta che sia un uomo ad accendere il fuoco con cui si cucinerà per i morti, poi potrà continuare a cucinare una donna scelta specialmente per l'occasione. Prestando i propri servigi a membri di una famiglia estranea, i cuochi rischiano di provocare la gelosia dei propri morti; per tale ragione essi chiedono un compenso che permetterà loro di placare con sacrifici la collera degli avi.

Quando si serve un pasto ai morti, la tavola coperta di cibi viene imbandita all'interno di una camera che si chiude per qualche ora, per dar loro agio di saziarsi. Dopo preghiere e appelli indirizzati agli antenati e ai morti sconosciuti morti per fuoco, ferro o acqua, il capifamiglia batte tre colpi all'uscio ed entra nella camera. Vi prende una zucca piena d'alimenti vari che distribuisce ai bambini della casa, dopo averla presentata ai quattro punti cardinali. Un'altra zucca è deposta a un quadrivio per Papa Legba. Avendo i morti ricevuto la loro parte, i vivi si mettono a tavola e banchettano allegramente. Il "mangiare dei morti" finisce con un ballo, generalmente con la banda eseguita in onore dei Ghedé.

Ghede

La festa dei morti, a novembre

E' il 2 novembre, il giorno dei morti, sembra una festa nazionale e come tale viene commemorata da tutti i cittadini. Che sia in un cimitero di Port au Prince, nel cimitero di paese o quello di famiglia, si praticano antichi rituali vodu con musica, tamburi e danze per commemorare le persone scomparse. Sacerdoti e sacerdotesse mettono in pratica antichi rituali, alcune sembrano coreografie sacre; si accendono candele davanti alle tombe e si offrono cibo e alcolici. Il principale festeggiato è Baron, e tutta la sua corte che comprende i più classici Baron Samedi, Baron Kriminel, Baron Lakwa e una miriade di Ghedé. Tutti vengono invocati e tutti si palesano tra la folla che entra in trance per festeggiare l'unione tra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti.

Se per caso ti capita di assistere ad una festa dei morti ad Haiti prega il cielo che Baron ti sia vicino, è lui il padrone della magia più oscura e potente, è lui il loa più irriverente e consapevole del proprio potere. Se Baron ti si avvicina, godi di quel momento, quel che ti dirà ti cambierà la vita e probabilmente anche la tua esistenza nell'aldilà.

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