Arrivato a Genova mi parve che il miracolo a cui aspiravo stese per compiersi (...) Ancora in pieno giorno mi distesi stanco morto sopra un duro giaciglio aspettando il sonno agognato. Il sonno però non venne. Caddi invece in una specie di dormiveglia nel quale ebbi improvisamente la sensazione di sprofondare in una forte corrente di acqua. Il suo mormorio mi si determinò ben presto come un suono musicale e precisamente come un accordo in bi bemolle maggiore dissolto in arpeggi continuamente ondeggianti. Questi arpeggi si configurarono in forme melodiche sempre più mosse ma senza mai uscire dalla triade pura di bi bemolle che con la sua continuità pareva prestare una significazione infinita al elemento in cui io sprofondavo. Subito riconobbi che mi si era svelato il preludio orchestrale de L'oro del Reno il quale io portavo in me senza ancora averlo potuto distinguere realmente. E rapidamente compresi anche quale era la mia condizione. Non dal esterno, dai viaggi, ma solo dal mio animo doveva fluire a me la corrente di vita.
Parole di rivelazione. Uno splendido autore che senza saperlo era in contatto con l'universo, con un alleato, con l'energia, magari con la stessa Oshun, con Euterpe o con Lakshmi. Un canale che realizzava il volere di alcune forze o semplicemente traduceva le loro parole in musica per por firmarle con due parole: Richard Wagner.
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